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Maradona è primo nella top ten delle parolacce 2009

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ROMA – Con una battuta davvero irripetibile, è il calciatore e allenatore della nazionale di calcio Argentina, Diego Armando Maradona, a conquistarsi il primo posto nella Top Ten delle Parolacce 2009. Maradona si è conquistato 'l'oro' nella classifica del turpiloquio più duro per la sua celebre frase detta a Montevideo, il 14 ottobre scorso, nella conferenza stampa dopo la vittoria 1-0 dell'Argentina contro l'Uruguay. "Per quelli che non ebbero fiducia in me, chiedendo scusa alle signore, che me lo c…, che continuino a c…" fu lo sfogo rabbioso del 'pibe de oro' rispondendo ad un attacco dei media.
Uno sfogo che gli è costato le prime pagine di molti quotidiani. Ma, soprattutto, una condanna della Fifa a due mesi di sospensione e sedicimila euro di multa. Il primo posto nella Top Ten delle Parolacce 2009 è stato assegnato al calciatore-allenatore "per l'incosciente irriverenza con cui Maradona, in una conferenza stampa internazionale, sfoga la sua rabbia contro i giornalisti che lo avevano attaccato. E per la solennità sanguigna con cui dice una volgarità da bar (o da stadio)".
Salgono sul podio, al secondo posto, la produttrice discografica italiana e giudice di 'X Factor', Mara Maionchi, mentre il terzo posto va al comico Checco Zalone autore di una canzone-parodia sul gossip Berlusconi-D'Addario. Maionchi, nel corso della trasmissione di Rai2, il 16 settembre scorso, dopo la bocciatura del gruppo musicale Yavanna, è infatti sbottata dicendo: "Mi dispiace per le Yavanna… Loro hanno la maturità e la capacità di essere un artista nuovo, caz…, e allora mi rompe i cogl…, va bene? Mai una novità, caz..".
Nella classifica, compaiono, tra gli altri, anche il premier spagnolo Zapatero, il presidente brasiliano, Luiz Ina'cio Da Silva, ed il leader radicale Marco Pannella.
A redigere la Top Ten delle parolacce 2009 è lo psicolinguista Vito Tartamella che, anche quest'anno, ha pubblicato on line la classifica delle affermazioni più irriverenti dette nell'anno appena finito. "Il 2009 sarà ricordato per una grande abbondanza di parolacce, soprattutto in Italia", sottolinea all'ADNKRONOS Tartamella, autore nel 2006 del saggio scientifico "Parolacce" (ed.Bur) e del "Volgarometro", una sorta di 'termometro' linguistico sulla percezione sociale di un insulto.
Significativa la motivazione del 'bronzo' assegnato al comico Zalone nella Top Ten delle Parolacce 2009 di Tartamella, relatore, tra l'altro, al convegno internazionale sulle parolacce promosso dall'Università du Savoie di Chambery Annecy, in Francia.
Zalone, infatti, si è conquistato il bronzo nella top 10 "perchè riesce a essere leggero pur usando termini da osteria. E per di più cantando nella 'tana del lupo', Canale 5". Nella sua canzone, parodia del brano di De Andrè 'La canzone di Marinella', Zalone prende di mira il nostro premier, sostituendo la storica fanciulla di De Andrè con Patrizia D'Addario. "Questa della D'Addario è la storia vera… e il premier che la vide così bella, sul letto di Putin la mise a pecor…" recita il brano di Zalone, cantato nel corso del suo show su Canale 5 dell'11 ottobre 2009.
Ma la Top Ten delle Parolacce 2009 non dimentica neanche i turpiloqui di Stato. A cominciare dal lapsus 'cult' di Zapatero che ha fatto il giro dei siti di tutto il mondo. Classificatosi al quinto posto, il premier spagnolo è entrato nella Hit perché, parlando a Madrid il 4 marzo 2009 nell'ambito della conferenza stampa congiunta Spagna-Russia, convocata dopo la firma di un accordo bilaterale per incrementare il turismo, ha detto: "Abbiamo fatto un accordo per stimolare, per favorire, per scopa… per appoggiare questo turismo".
"E' un lapsus straordinario. A che cosa pensava Zapatero? Al turismo sessuale? Il premier non batte ciglio e prosegue il suo intervento, ma ormai il danno e' fatto. E il filmato e' diventato un cult" scrive Tartamella, motivando così l'ingresso del 'leader maximo' spagnolo nella Hit all'indirizzo www.focus.it/parolacce.
A portare in classifica, anche se al solo al decimo posto, il presidente del Brasile Igna'cio Da Silva è stata, invece, "la passione politica che trasuda dalle sue parole". Ecco la frase galeotta: "Non mi interessa se Joao Castelo (sindaco di Sao LuIs) è del Psdb (Partito della social democrazia brasiliana), non mi interessa se un altro è del Pfl (Partito del fronte liberale), non mi interessa se è del Pt (Partito dei lavoratori, quello di Lula), io voglio sapere se il popolo è nella mer…, perchè voglio tirarlo fuori dalla mer… in cui si trova". Lula l'ha pronunciata il 10 dicembre scorso, ad un comizio durante una visita a Sao Luis, città nel nord est del Brasile, retta da un sindaco del Psdb. Appena detta, lo stesso Lula ha provveduto ad aggiugere un suo lapidario commento.
"Domani i grandi media diranno che dico parolacce. Ma loro ne dicono di più. E poi io so come vive veramente il popolo povero di questo Paese", ha affermato Lula. Vedendoci giusto, visto che la parolaccia presidenziale ha fatto scalpore in tutto il Brasile. Non ha invece riscosso così tanto interesse dei media la battuta del leader dei Radicali Marco Pannella rivolta al leader del Pd Dario Franceschini. Il 26 maggio scorso, durante la trasmissione di Rai3 'Ballaro'', Pannella, rivolto a Franceschini che ne contestava il 'presenzialismo' in Tv, si è così pronunciato: "Però c'hai la faccia come il cul… eh? (Per andare in tv) devo fare gli scioperi della sete, della fame….".
Con questa affermazione, Pannella si è conquistato l'ottavo posto della classifica perché "dimostra – si legge nella motivazione – la forza di Pannella, capace di stendere, con la sua forza teatrale e popolaresca, qualunque avversario con la sua spontaneita' e passione". A Franceschini, Pannella dà anche dell'"imbroglione, dei "democratichi-chi-chi-chini".
E la Top Ten va avanti. Nella classifica compaiono anche attori come Michele Placido, sportivi come la tennista Usa Serena Williams o l'arbitro svizzero Massimo Busacca e la cantante britannica Lilly Allen. A riprova che le parolacce, prima o poi, scappano a tutti. Ma non tutti, però, sanno dirle con il dovuto stile.
"Le parolacce sono la cartina di tornasole dei valori e dei disvalori della società, indicano cioà i temi sensibili di una società. Ma, nonostante i tanti 'casi di cronaca', ben poche entrano nella Top Ten perché troppo spesso sono state dette per populismo, studiata provocazione, attenta strategia per distrarre l'attenzione da problemi seri. E questo e' accaduto soprattutto con i politici", afferma Tartamella.
Che taglia corto: "Studiando questo settore della lingua, è venuta anche a me la tentazione di proporre una legge 'ad personam'. Penso ad un decreto che in Italia autorizzi solo Mara Maionchi a dire parolacce. Per dirle appropriatamente occorrono dimestichezza e spontaneità, sincerità e irriverenza. E lei è uno dei pochi personaggi dotati di questi requisiti".

Articlolo scritto da: Adnkronos