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‘Marchionne dacci la Panda’

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ROMA – "Marchionne dacci la Panda" è l'urlo del gruppo di testa del corteo che sfila per le strade di Pomigliano d'Arco per dire sì all'accordo con l'azienda per la costruzione della nuova Panda nello stabilimento Fiat. Un corteo pacifico sul quale vigilano reparti di polizia e carabinieri. Oltre duemila persone secondo gli organizzatori (mille per la polizia) con striscioni, fiaccole, candele e sciarpe.
Alla manifestazione prendono parte anche centinaia di operai e rappresentanti del sindacato Fim Cisl mentre è ufficialmente assente la Fiom Cgil che non vuole l'accordo alle condizioni poste da Fiat. Accanto ai lavoratori c'è anche il sindaco di Pomigliano d'Arco Raffaele Russo. La manifestazione è stata organizzata da dirigenti e impiegati della Fiat che sono circa 500 su un totale di 5.037.
La tensione è salita di colpo quando il ponte sovrastante la strada attraversata dal corteo si è popolato di una decina di militanti dello Slai Cobas. Bandiere rosse, pugni chiusi, gli ultras del sindacato hanno urlato "servi, servi" ai manifestanti. La risposta è stata pacifica: "Lavoro, lavoro, lavoro". E' intervenuta la polizia e una volta sfilato il corteo la tensione è rientrata.
Una ''manifestazione di regime'' l'ha definita oggi segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. ''A conferma di quanto precedentemente dichiarato sulla sedicente 'Fiaccolata per Pomigliano', ci giungono segnalazioni da tante lavoratrici e lavoratori – ha riferito il numero uno della Fiom prima della manifestazione – che la struttura gerarchica della Fiat sta contattando in queste ore ogni singolo dipendente per 'invitarlo' ad essere presente alla marcia''. ''Si conferma che siamo di fronte a una vera e propria manifestazione di regime che ci riporta agli anni più tragici e bui della storia del nostro Paese'', sottolinea Landini.
A fargli eco Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom di Torino. ''Chiamare quello di Pomigliano un accordo è un eufemismo – dice all'Adnkronos – Si è trattato di un prendere o lasciare, la mediazione non c'è stata: un diktat". "Quello che rende tutto più indigeribile – aggiunge Bellono – è la pretesa di ridurre i diritti, tra cui quello allo sciopero: un diritto oltre che fondamentale anche costituzionale. Per Pomigliano come per Mirafiori – conclude – si possono raggiungere gli obiettivi che Fiat si aspetta senza questo insieme di misure e senza ridurre i diritti".
Su Pomigliano ribadiscono la diversa posizione gli altri sindacati. La fiaccolata organizzata per oggi a Pomigliano ''non è un'iniziativa di colletti bianchi o colletti gialli ma dei lavoratori che dicono sì al lavoro'' rimarca il segretario generale della Fim campana, Giuseppe Terracciano, che ribadisce il sostegno dei metalmeccanici della Cisl all'iniziativa. ''Quella di oggi – dice il sindacalista – è un'azione concreta e non ideologica a difesa del lavoro. E' grazie al nostro impegno che siamo riusciti a riportare gli investimenti della Fiat a Pomigliano''.
Per il segretario generale della Uilm campana, Giovanni Sgambati, la fiaccolata ''non va enfatizzata e paragonata alla marcia dei 40mila del 1980 a Torino'' ma, sicuramente, costituisce una ''importante conferma della giustezza delle scelte del sindacato che ha firmato l'accordo''. Si tratta di ''un'iniziativa che è maturata nel giro di pochi giorni e che apprezziamo. E' nata da lavoratori e impiegati, che non ha bandiere né patrocini da parte delle organizzazioni sindacali''.
E ''pieno appoggio e solidarietà ai dipendenti'' che sfilano tra le vie di Pomigliano per dire si all'accordo arriva anche dal segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella che considera la firma dell'intesa ''una scelta responsabile al fine di salvaguardare il futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento e dell'intera regione''.
Altro tema 'caldo' le dichiarazioni di ieri dell'ad Sergio Marchionne che ha puntato il dito contro lo sciopero di lunedì scorso allo stabilimento di Termini Imerese effettuato perché ''stava giocando la nazionale italiana''.
"Marchionne dice quello che, purtroppo, è una verità – afferma il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini – Non è possibile che il tasso di assenteismo nelle fabbriche fondamentali per il futuro del Paese coincida con gli eventi della nazionale di calcio. E' chiaro che un sindacato che difende queste rendite di posizione e parassitismi è un sindacato che non guarda al futuro del paese e delle fabbriche".
Per il responsabile lavoro del Pd, Stefano Fassina, le parole di Marchionne invece non ''aiutano a costruire il clima giusto per la realizzazione, che tutti vogliamo, del piano Fiat a Pomigliano. E non aiuta neanche la fiaccolata contro chi, su una vicenda difficile, ha posizioni diverse. E' previsto un referendum per martedì. I lavoratori si pronunceranno. Speriamo che i sì abbiano una larghissima maggioranza. Poi partano gli investimenti e anche la Fiat si adoperi affinché i problemi veri che affliggono lo stabilimento trovino soluzioni che non mettano a rischio diritti fondamentali''.

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign