Home Cronaca Misseri ritratta: nessuno stupro. Fermo convalidato, Sabrina nega

Misseri ritratta: nessuno stupro. Fermo convalidato, Sabrina nega

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Roma – (Adnkronos/Ign) – Michele Misseri sarebbe intenzionato a ritrattare la seconda parte della deposizione sull'omicidio della nipote 15enne Sarah Scazzi uccisa il 26 agosto scorso ad Avetrana, in provincia di Taranto. Lo ha riferito il suo avvocato Daniele Galoppa, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel suo studio a Grottaglie. Si tratta in particolare dei momenti dell'occultamento e del vilipendio del cadavere, o probabilmente solo di quest'ultimo. Misseri dichiarò di aver abusato sessualmente del corpo della nipote, prima di recarsi nel podere all'interno del quale, precisamente in una cisterna interrata, gettò lo stesso cadavere. In caso di ritrattazione, ovviamente, cambierebbero alcuni elementi fondamentali riguaranti il movente dell'omicidio, di cui lo stesso Misseri si è autoaccusato chiamando successivamente in causa per concorso la figlia Sabrina. Sempre oggi è stato convalidato il fermo di indiziata di delitto per concorso in sequestro di persona e omicidio volontario nei confronti di Sabrina Misseri.

Davanti al gip la ragazza 22enne si è difesa strenuamente e ha negato ogni accusa a suo carico. I suoi legali hanno presentato una memoria difensiva.
Intanto si è conclusa dopo quasi tre ore, negli uffici della Procura della Repubblica di Taranto, l'audizione come persone informata dei fatti di Cosima Serrano, la madre di Sabrina e moglie di Michele Misseri.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che dovrebbero effettuare altre verifiche, a strangolare con una corda Sarah sarebbe stato Michele Misseri mentre la figlia Sabrina teneva per le braccia la vittima. La madre di Sabrina ha sempre detto che mentre la figlia aspettava Sarah e l'amica Mariangela per andare al mare, lei riposava. Secondo quanto si apprende da fonti inquirenti il racconto e la chiamata in correità della figlia da parte di Michele Misseri sono molto circostanziati e sinceri. Anche le differenze tra le versioni dei primi interrogatori non sono ritenute fondamentali. Ma oltre al racconto dell'uomo gli inquirenti hanno sottolineato che ci sono elementi di riscontro a supporto del fermo di Sabrina

In Procura a Taranto ieri sera si è recato anche Alessio Pisello, uno degli amici di Sabrina Misseri. Anche il giovane, che conosceva anche la giovane vittima, viene ascoltato come persona informata sui fatti.
"Mi sveglio la mattina, e spero che sia tutto finito. Guardo fuori. Ci sono le televisioni e i curiosi, e la gente che ti osserva come tu fossi un baraccone, ti fa le condoglianze e ti guarda. E così capisco che pure adesso che Sarah è stata seppellita questa è una storia che non finirà mai, che ci distruggerà tutti, chi in carcere chi per il dolore. Anche per questo, una volta che sarà costruito il monumento per Sarah, io verrò a prendere mia moglie e la porterò via da Avetrana".

Così Giacomo Scazzi, padre di Sarah, in un'intervista al 'Quotidiano Nazionale'. "Verrà con me e con mio figlio, su in Lombardia – ha continuato Giacomo Scazzi – Starà a Legnano o da qualche altra parte. Ma questa casa la chiuderemo e ad Avetrana verremo solo per portare i fiori alla bambina. Non che abbia rancore per il paese, il paese ci è stato vicino. Ma è il paese dove Sarah è stata ammazzata. Anche per Concetta restare qui non ha più senso".
"Quelli me l'hanno portata via – ha proseguito Giacomo Scazzi nell'intervista a Qn – e ormai quello che è fatto è fatto e non c'è rimedio. E così per me quelli è come se non esistessero più. Non li voglio nemmeno odiare perché l'odio mi aumenterebbe il dolore e non mi restituirebbe la mia bambina. In questi giorni mi sono chiesto se abbiamo delle colpe, se ci siamo fidati troppo. Noi siamo gente semplice. Ma scusate, di chi ti devi fidare se non dei tuoi parenti?".

"Quando scopri che un parente te l'ha ammazzata, già basta e avanza per ucciderti dentro pure a te. E pare che non bastava ancora. Ora mi dicono che erano in due. Non lo so, ogni giorno è peggio, io che devo pensare? Ma dei giudici io mi fido. Allora dico: che facessero le cose per bene e li facessero pagare. Perché questa storia non è come perdere una figlia in un incidente stradale. Questa – ha concluso – è una storia che in un paese come questo capiterà ogni cento anni, e anche più. E quindi facessero le cose per bene, senza fretta, ma chi ha sbagliato deve pagare. Senza rancore tra famiglie, perché son drammi per tutti…"

Articlolo scritto da: Adnkronos