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Mobilitazione per salvaguardare il sistema montagna

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Mobilitazione per salvaguardare il sistema montagna

Casentino – La RSU della Comunità Montana del Casentino ieri, 24 agosto, ha convocato un incontro alla luce della nuova legislazione in materia di azzeramento di flussi finanziari alle Comunità Montane e sul disegno di legge n. 3118 in esame alla Camera dei Deputati che contempla all’art.17 la possibilità di soppressione delle Comunità Montane da parte delle Regioni. All’incontro erano presenti il presidente dell’Uncem Toscana, Oreste Giurlani, il presidente della Comunità Montana, i sindaci del Casentino, i sindacati e i dipendenti dell’ente montano e le rappresentanze territoriali delle confederazioni sindacali. La Rsu aziendale si auspica che le istituzioni casentinesi sappiano unitariamente individuare e proporre in ambito regionale idonei e condivisi futuri strumenti di gestione dei servizi al territorio, al fine di garantirne la fruibilità nel territorio stesso. Tutto questo nel primario interesse dei cittadini a difesa della governance locale. “Non nego la mia preoccupazione – ha sottolineato il presidente della Comunità Montana Sandro Sassoli – perché si sta delineando un quadro molto complesso, articolato e incerto per come da un lato la manovra economica estiva e il disegno di legge sul Codice dell’Autonomie e dall’altro i processi di programmazione regionale stanno affrontando la questione, in particolare per quanto riguarda il sistema della montagna toscana per come si è delineato nel tempo e che rischia un totale stravolgimento senza che siano assicurate ai territori e alle popolazioni coinvolte, alternative migliori o pur sempre valide per la gestione sociale ed economica delle zone montane della Toscana. Il nostro interesse e per questo combatteremo è quello di salvaguardare le professionalità che operano sul territorio, i servizi espletati e il lavoro fatto in tutti questi anni con la consapevolezza che un eventuale chiusura dell’ente potrebbe provocare disagi non solo al personale, ma anche ai cittadini”.

“Mobilitazione – chiede il presidente Giurlani – a tutti i livelli, dagli amministratori ai dipendenti, alle associazioni di categoria, ai sindacati nella consapevolezza che la montagna non può essere emarginata. La mia impressione – continua Oreste Giurlani – è che quando si parla di federalismo si pensa solo alle grandi città e non si ha alcuna considerazione dei piccoli comuni montani. I quali, va ribadito ancora una volta, hanno diritto ad una corretta perequazione e ad una indennità compensativa per le risorse che mettono a disposizione di tutto il territorio. Bisogna capire come fronteggiare questa situazione che mette in difficoltà anche la Regione che è costretta a rivedere i rapporti con la montagna. Se dovesse decidere di passare le competenze alle Province si svuoterebbe la montagna di servizi e poi di persone. Si rischierebbe di mettere in crisi la governance montana e con questa si porterebbe la montagna a chiudere per fallimento. Non si deve dimenticare, al contrario, che il Comune è la vera fabbrica di montagna soprattutto quando fa capo alla Comunità montana che, grazie alle funzioni associate, riesce a soddisfare quasi tutte le esigenze delle popolazioni locali. In definitiva – ha concluso Giurlani – occorre che venga perseguita una vera politica per la montagna, sia a livello nazionale che regionale ed ha invitato i presenti a parlare di più con la gente ed ascoltarla. Un invito anche a forze politiche e sociali ad essere più presenti nelle decisioni e di non limitarsi a contestare quello che fa il Governo”.

Anche i sindacati presenti alla discussione si sono dimostrati molto attenti alle politiche della montagna e vicini al territorio e ai dipendenti, sono fortemente preoccupati che i tagli delle risorse possano mettere in crisi il livello dei servizi che questo territorio negli anni è stato in grado di fornire.

Sostegno viene anche dai sindaci locali che nell’eventuale soppressione delle Comunità Montane si troverebbe ad affrontare una situazione d’emergenza. Chiedono invece che, vengano assolutamente mantenuti nel territorio i servizi, anche quelli regionali e che venga garantita una politica specifica per la montagna e la governance delle zone montane; in applicazione fra l'altro dei principi costituzionali a cui si ispira anche il federalismo e cioè la sussidiarietà, adeguatezza e differenzazione; su questo i comuni devono assumere posizioni forti e far sentire la propria voce.

La mobilitazione continua anche giovedì 26 Agosto presso la sede dell’ente in cui è in calendario un tavolo di concertazione tra i membri del Consiglio regionale eletti nella nostra Provincia e i sindaci rappresentanti delle Autonomie Locali

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