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Mobilitazione regionale per la scuola di qualità

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Mobilitazione regionale per la scuola di qualità

AREZZO – Per una scuola di qualità, per riaffermarne il ruolo strategico, per non rassegnarsi a un sistema scolastico che umilia i diritti dei giovani e toglie risorse economiche, disprezzando la professionalità di chi nella scuola lavora. È per questo che oggi sindacati, sindaci, famiglie e studenti della provincia di Arezzo si sono riuniti, presso l’assessorato provinciale alla Pubblica istruzione, rispondendo all’appello lanciato direttamente da Stella Targetti, vice presidente e assessore all’Istruzione della Regione Toscana, che ha invitato tutti a una giornata di mobilitazione regionale in difesa della scuola. «La scuola – scrive Stella Targetti – deve essere luogo di costruzione di opportunità, coesione sociale e futuro. Noi amministratori toscani della cosa pubblica e noi cittadini siamo coinvolti in una scuola che vogliamo viva e in una sfida educativa che intendiamo vincere nel solco della Carta Costituzionale. Diciamo no a una scuola che uccide le capacità d’innovazione e nega la speranza per un futuro civile. Per fare questo serve essere uniti per preparare, per la scuola, la primavera di una ricostruzione, inevitabile dopo l’inverno delle macerie». «Sono consapevole – ha sottolineato Rita Mezzetti Panozzi, assessore provinciale alla Pubblica Istruzione – che gli interventi introdotti dal Governo preparano anni difficili per la scuola italiana, sia da un punto di vista della qualità della formazione che per l’impossibilità d’innovazione resa vana dai pesanti tagli finanziari e di risorse umane. Oggi, 11 giugno, abbiamo voluto ritrovarci insieme per riaffermare il ruolo strategico della scuola nella società come luogo di costruzione della speranza, di opportunità e di coesione sociale». La vice presidente della Regione Toscana, nel suo appello, ha voluto mettere l’accento su una scuola, intesa come spazio educativo, immaginata partendo dalla saggezza dei più piccoli, non scordando il coraggio dell’utopia e offrendo sponda alla concretezza della fantasia. Per mettere un freno a quel sistema di regole, apparentemente razionali, che non sono sostenibili e che rischiano di portarci nel baratro di terribili ingiustizie sociali.