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Nuove strategie per rilanciare l’olio d’oliva

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Nuove strategie per rilanciare l’olio d’oliva
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Arezzo – E’ tempo di olio nuovo e quello aretino risulta sempre essere tra le eccellenze di tutto il Mediterraneo: ottimo al sapore, bello da vedere e con delle proprietà nutrizionali davvero inimitabili, quasi da poterlo considerare un elisir di lunga vita.
Nonostante questo, il mercato dell’olio sta attraversando un momento di grande sofferenza, causata anche da una concorrenza estera, a volte anche poco leale; ma non solo.
Di fatto, nella nostra Provincia esistono tre olivicolture: da autoconsumo, paesaggistica, da reddito. Al di là della prima di mero sostentamento, le altre due hanno finalità precise, ma differenti.

L’olivicoltura che adorna, valorizza e crea il paesaggio, va preservata e sostenuta magari con i progetti dei Piani regionali di sviluppo rurale. Quella che invece è diretta a fare reddito, va rilanciata con opportune strategie: la programmazione del piano olivicolo nazionale, l’irrobustimento commerciale, gli accordi con la GDO (da cui passano le vendite del 56% del prodotto), l’aggregazione forte ed incisiva del mondo produttivo.

Uno dei problemi grossi del settore resta la frammentazione: molte aziende di piccole superfici.

Connesso al problema della fragilità strutturale c’è quello della debolezza commerciale, con quotazioni per il prodotto assolutamente non remunerative.

Dobbiamo, inoltre, indirizzarci verso un nuovo modello di aggregazione economica, trasformando le organizzazioni di produttori in “organizzazioni di prodotto”, che gestiscano la produzione e facciano massa critica; e si impegnino per il riposizionamento del mondo agricolo all’interno delle filiere agroindustriali.