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Ok del Senato, il decreto sulle fondazioni liriche è legge

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ROMA – Con 150 voti a favore, 112 contrari e 3 astenuti, il Senato ha approvato il decreto legge sulle fondazioni liriche. Il provvedimento, che scadeva oggi, è stato quindi convertito in legge nei termini previsti.
Dopo due letture in Senato e una alla Camera il decreto è dunque arrivato al traguardo della conversione in legge. Emanato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 30 aprile scorso dopo il chiarimento di alcuni aspetti, il testo è stato varato in prima lettura dal Senato il 16 giugno con diversi aggiustamenti rispetto a quello uscito dal Quirinale, molti dei quali frutto della lunga trattativa tra Bondi, i sindacati e le stesse Fondazioni. La Camera lo ha quindi approvato, dopo una seduta fiume di oltre 26 ore caratterizzata dall'aspra opposizione in Aula dell'Italia dei Valori. Oggi il voto definitivo di Palazzo Madama.
Ma quali sono le principali novità introdotte dal decreto, definito dal ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, indispensabile per ''salvare la lirica dal fallimento''? Il provvedimento entra soprattutto nelle dinamiche contrattuali dei dipendenti delle Fondazioni, inserendo alcune novità nei meccanismi di contrattazione collettiva e, soprattutto, sollecitando il rinnovo dei contratti collettivi fermi al 2003. Quanto al riordino del settore, questo è demandato ai regolamenti che saranno emanati entro 18 mesi dalla data di conversione in legge del decreto.

Vediamo punto per punto le novità:

REGOLAMENTI: Il riordino sistematico del settore lirico sinfonico è demandato ai regolamenti che dovranno essere emanati, su proposta del Mibac, entro 18 mesi dalla data di conversione in legge del decreto, tenendo conto dei pareri della Conferenza unificata, del Consiglio di Stato e delle competenti commissioni parlamentari. Questi pareri dovranno essere espressi entro 60 giorni dalla ricezione dei regolamenti.

AUTONOMIA: Tutte le Fondazioni, dimostrando efficienza, corretta gestione, imprenditorialità ed economicità, possono ottenere l'autonomia che, nella prima stesura del testo, era riconosciuta solo al Teatro alla Scala di Milano e all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma.

CONTRATTI: Cambiano le regole del procedimento di contrattazione collettiva. Il nuovo contratto di settore dovrà essere sottoscritto da una rappresentanza delle Fondazioni coadiuvate dall'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale nelle pubbliche amministrazioni) e dai sindacati maggiormente rappresentativi.

INTEGRATIVI: Il trattamento economico aggiuntivo previsto dai contratti integrativi aziendali, decorsi due anni dall'entrata in vigore del decreto, è riconosciuto solo in caso di pareggio di bilancio, fatti salvi i diritti acquisiti. In ogni caso, gli integrativi in contrasto con i principi del decreto, dovranno essere ricontrattati.

TURN OVER: Dal 2012 le assunzioni di personale a tempo indeterminato saranno limitate al 'turn over' del personale, sempre a tempo indeterminato, che nel corso dell'anno precedente ha lasciato il servizio. A decorrere dalla data di conversione in legge, invece, i lavoratori cosiddetti 'aggiunti' non possono superare il 15% dell'organico.

PENSIONE BALLERINI: I ballerini, sia uomini che donne, vanno in pensione a 45 anni. Per i due anni successivi alla data di entrata in vigore della legge, però, i ballerini assunti a tempo indeterminato, che hanno raggiunto o superato l'età pensionabile, possono esercitare l'opzione per restare in servizio, rinnovabile annualmente; tale opzione deve essere esercitata attraverso formale istanza da presentare all'ENPALS entro due mesi dalla data di entrata in vigore della norma, o almeno tre mesi prima del perfezionamento del diritto alla pensione, fermo restando il limite massimo di pensionamento di vecchiaia, di 47 anni per le donne e di 52 per gli uomini.

PETRUZZELLI: La Fondazione Petruzzelli di Bari può effettuare assunzioni a tempo determinato e indeterminato, nei limiti della pianta organica approvata, preventivamente autorizzate dal Mibac.

IMAIE: l'istituto mutualistico del settore resta privato ma la sua attività è soggetta alla vigilanza congiunta della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per l'informazione e l'editoria, del Mibac e del ministero del Lavoro per evitare i dissesti dovuti alla gestione degli ultimi anni.

Articlolo scritto da: Adnkronos