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‘Otello & Iago’ in scena a Castiglion Fiorentino

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‘Otello & Iago’ in scena a Castiglion Fiorentino

AREZZO – Per Massimo Schuster, che ha avuto il coraggio di ridurre per i suoi burattini niente meno che il “Mahabharata”, fluviale poema epico indiano, cosa sarà mai affrontare l'”Otello” di Shakespeare con la collaborazione di un pugno di teste di legno, magistralmente scolpite da Nino Cuticchio ed Enzo Moavero? Massimo Schuster torna in scena sabato 13 febbraio, alle ore 21,15 al Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino con “Otello & Iago”, uno spettacolo che, prendendo le mosse da Shakespeare, vuole essere una lettura del quotidiano. Il dramma, che lo scrittore inglese compose adattando una novella di Girardo Cinzio, viene presentato quale specchio della società contemporanea alle prese con i temi della diversità e dell’integrazione. Come afferma lo stesso Schuster: “Quello che mi ha sempre interessato nella tragedia di Shakespeare non è tanto la storia della gelosia quanto quella della diversità: Otello è l’altro, il diverso appunto, oggi diremmo l’immigrato, o magari l’extra-comunitario”. Sul palco Otello, guerriero del deserto mauritano approdato a Venezia, subisce l'odio di Iago, piccolo uomo sinistramente normale che finirà col portarlo alla tragedia. Accanto al burattinaio milanese che ha fondato in Francia il Théatre de L'Arc-en-Terre Alessandra Bedino, attrice e regista di formazione "tradizionale", che dona voce e corpo a vari personaggi del dramma, soprattutto a uno Iago che appare estremamente familiare nel suo atteggiamento piccolo-borghese, con tanto di fazzoletto verde nel taschino… Lui, Schuster è invece il Moro monumentale, che ci appare ricoperto solo da un caftano nero, calvo ma dal viso incorniciato da una lunga e ieratica barba, simbolo forse di saggezza ma certo non di avvedutezza, data la facilità con la quale si adagia ingenuamente nella rete tesa per lui dall'alfiere, suo inconsapevole complice. Fra le molte possibili riletture che l'opera di Shakespeare ha conosciuto nei secoli, Schuster sceglie quella certamente più attuale. Otello è il "negro" che ha fatto fortuna mettendosi al servizio dei "bianchi". Mentre Iago diventa padrone assoluto non solo della scena ma anche del senso della pièce, grazie all'efficace similitudine del giardino, che l'astuto servitore cura con maniacale attenzione per tutto il corso del racconto, infischiandosene di qualunque morale. Nessuna morale è infatti possibile quando ogni sentimento di umana tolleranza sia perduto, quando l'invidia, troppo a lungo trattenuta, di un perfetto uomo qualunque esonda gli argini del bene, tracimando nella vasta pianura dell'odio. “Otello & Iago”, che ha fatto il suo debutto nel settembre scorso al festival di Charleville-Mézières (venendo recitato in francese) è una coproduzione del Théâtre de l’Arc-en-Terre, del Teatro Pietro Aretino e del Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino, paese dove risiede lo stesso Massimo Schuster .