Home Politica PD: ‘Nessuna deriva confessionale del PD’

PD: ‘Nessuna deriva confessionale del PD’

0

Arezzo – Leggiamo con stupore il comunicato stampa del Consigliere Nicotra riguardo al voto sulla mozione relativa alla assistenza religiosa ai degenti degli ospedali presentata nel corso del consiglio Provinciale del 14 Ottobre. Stupiti perché definire il nostro voto contrario come" deriva confessionale del PD" ci sembra quanto meno una distorsione delle reali motivazioni hanno portato a questa scelta e che sono state bene espresse a nome del gruppo dal Consigliere Marini. Nel suo intervento, Marini, ha specificato che il Gruppo consiliare del PD non aveva intenzione di avallare con il suo voto una mozione laicista, lacunosa nelle premesse e pretestuosa nelle conclusioni. Non solo, ha ribadito che nei passaggi in Giunta e in consiglio Regionale i rappresentanti di PRC hanno sempre votato favorevolmente alla prosecuzione dell’intesa tra regione Toscana e CET in merito all’assistenza religiosa nelle strutture sanitarie. Dal consigliere Nicotra in consiglio abbiamo ricevuto una risposta parziale, stizzita e assolutamente fuori dal merito della questione, dove venivano tirate in ballo questioni che andavano dalla applicazione della legge194 sulla interruzione volontaria di gravidanza, alla esenzione ICI degli immobili della Chiesa destinati ad attività non commerciali. Abbiamo interpretato tale nervosa reazione come indice di una scarsa preparazione e di paraocchi ideologici, che impediscono di comprendere a fondo, i passaggi tecnici e normativi contenuti nelle delibere della Giunta Regionale Toscana. Nel suo intervento, il Consigliere Marini, non si è limitato a "demonizzare la mozione" e nemmeno ha sostenuto che "in osservanza del regime concordatario tutto è consentito alla Chiesa Cattolica", ha invece sviluppato in maniera appropriata ed approfondita i vari passaggi tecnici e normativi che hanno portato alla stipula degli accordi tra Regione Toscana e Conferenza Episcopale Toscana. Il nostro voto non favorevole alla mozione è stato sostenuto dalle seguenti motivazioni : l’accordo si inquadra in un contesto normativo ben preciso che discende da quanto sancito in primo luogo dall’art.7 della nostra costituzione, dalla legge n° 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, dalla legge N°121 del 1985 di revisione dei Patti lateranensi, dalle norme contenute nel DPR 761 del 1979 che regolamenta il lavoro e nella legge N°68 del 1999 sull’inserimento di categorie particolari di lavoratori. Sulla base di queste premesse legislative la regione Toscana ha provveduto a stipulare accordi con la CET che non obbligano in alcun modo le ASL all’assunzione del personale dedicato all’assistenza religiosa nelle strutture sanitarie ma lascia loro la possibilità di procedere alla stipula di convenzioni. Inoltre tutto il personale per l’assistenza religiosa (77 assunti in tutta la Toscana), sottostà nell’esercizio delle sue funzioni a quanto stabilito nel protocollo d’intesa così come definito con delibera 119 del 2000. Ci lascia non poco perplessi il fatto che il Consigliere Nicotra contesti che a nominare gli assistenti spirituali nei nosocomi siano i Vescovi, ci chiediamo: forse il Consigliere Nicotra preferirebbe l’istituzione di apposite commissioni politiche all’uopo costituite come in Cina?. Notiamo, inoltre con piacere, che il Consigliere Nicotra dopo quasi due secoli è ancora saldamente ancorato al principio liberale di "libera Chiesa in libero Stato" ed attendiamo fiduciosi che giunga anche lui al 2010 al più presto. Infine non possiamo fare a meno di ricordare due cose:

1) che il Piano Sanitario regionale prevede tra le misure di intervento al paragrafo 5 al punto 5.3.2.19 l’assistenza religiosa come forma di supporto al benessere degli ospedalizzati dei loro familiari e del personale sanitario che li assiste;

2) che l’assistenza ai fedeli di altre confessioni essa è assicurata alle stesse condizioni previste per la religione Cattolica a norma dell’art 8 della Costituzione e dell’art. 33 della legge n°833 del 1978, e dunque ci trova perfettamente concordi a tutelare il diritto di tutti a poter ricevere assistenza spirituale dai ministri del proprio culto all’interno delle strutture sanitarie pubbliche.

Concludiamo, dicendo che il nostro gruppo come sempre serenamente e responsabilmente si è confrontato nel merito della questione cercando di valutare e governare i processi in funzione del benessere di tutti coloro che si confronteranno con le nostre strutture sanitarie . E questo segna una forte punto di distinzione tra noi e chi cerca una facile visibilità a colpi di comunicati stampa, più per debordante narcisismo piuttosto che per reale coinvolgimento nella risoluzione dei problemi.