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Prima notte in cella per Falsone

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PALERMO – Prima notte in cella per il boss mafioso agrigentino Giuseppe Falsone, tra i mafiosi piu' ricercati d'Italia. Il giovane rampollo di Cosa nostra, 40 anni ancora da compiere, e' stato arrestato ieri pomeriggio a Marsiglia, in Francia, dagli uomini delle squadre mobili di Agrigento e Palermo, dallo Sco e con la collaborazione dei servizi segreti.
Falsone era irriconoscibile, piu' magro e con il volto ritoccato dalla chirurgia plastica facciale. Viveva da solo in una casa di Marsiglia e sembra che stesse per mettere su un'impresa di costruzione edile.
Falsone era un latitante amante delle tecnologie. Nel covo del boss arrestato ieri pomeriggio a Marsiglia dopo 11 anni di latitanza, gli investigatori hanno rinvenuto un computer portatile con il quale il giovane rampollo di Cosa nostra si collegava su internet e per telefonare utilizzava il metodo Skype con un nickname che gli inquirenti hanno preferito non rivelare.
"Abbiamo potuto constatare -spiega il dirigente della squadra mobile di Palermo, Maurizio Calvino- che Giuseppe Falsone si collegava in particolare con due siti di informazione su internet: quello del 'Giornale di Sicilia' e del giornale agrigentino online 'Grandangolo'. In questo modo Falsone si teneva 'aggiornato' su quanto accadeva in Sicilia e, in particolare nell'agrigentino". Falsone e' nato a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento.
Sono finiti i tempi dei boss mafiosi che trascorrono la loro latitanza in covi malandati, vicino alle stalle con pecore e vacche da mungere e la cicoria nella pentola – sottolinea il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, in conferenza stampa al palazzo di Giustizia -. Falsone infatti era un "latitante atipico".
"Falsone non e' stato catturato nel solito covo con cicoria a pochi passi dalla sua abitazione abituale, nel suo territorio, come era avvenuto con Bernardo Provenzano. Si era trasferito da tempo a Marsiglia dove aveva acquisito falsi documenti e progettava attivita' economiche".
Secondo Messineo, "c'e' stata una evoluzione" nei grandi latitanti, probabilmente le pressioni investigative in Sicilia negli ultimi tempi sono diventate talmente intense da precludere una latitanza serena nei luoghi di appartenenza. Assistiamo quindi ad una evoluzione possibile con spostamenti dei latitanti in altri territori, come e' accaduto con Giuseppe Falsone. E' possibile che il caso Falsone prefiguri una svolta". Al boss agrigentino, non ancora 40enne, gli uomini della squadra mobile di Palermo, di Agrigento, dello Sco con l'aiuto dei servizi segreti, sono arrivati dopo undici anni.
Giuseppe Falsone si era trasferito da tempo in un palazzo elegante di Marsiglia, sul boulevard Notre Dame. "Viveva in un monolocale soppalcato di 20 metri quadri -ha spiegato il dirigente della squadra mobile di Palermo. Maurizio Calvino- era in affitto".
Parlando della plastica facciale a cui si e' sottoposto il boss per non essere riconosciuto dalle forze dell'ordine, il procuratore ha sottolineato: "Sono stati degli interventi facciali non decisivi, che non hanno alterato completamente il suo viso, tanto e' vero che e' stato anche riconosciuto sulla base delle osservazioni visive".
"Siamo particolarmente soddisfatti per la cattura del boss Giuseppe Falsone perche' era uno dei latitanti piu' pericolosi in Cosa nostra" afferma ancora il procuratore Messineo. "Ora possiamo dire che rimane soltanto Matteo Messina Denaro da prendere -ha aggiunto- quella di Falsone e' stata una ricerca durata molti anni e che ha avuto vicende alterne ma alla fine l'esito e' stato positivo". Non si sa ancora quando Falsone verra' trasferito dalla Francia in Italia. "E' imprevedibile la data del trasferimento in Italia -ha spiegato Messineo- perche' ci sono anche dei reati commessi all'estero, dipendera' dai programmi dell'autorita' giudiziaria francese. Potrebbero essere pochi giorni o anche mesi".
Il procuratore ribadisce il ruolo importante dell'Aisi, l'Agenzia per la sicurezza ed informazioni interne: "E' stato grazie alle loro informazioni che si e' aggiunto un importante tassello per arrivare a Falsone". "Per evitare interpretazioni fuorvianti -ha spiegato Messineo- vorrei precisare che l'Aisi per la cattura di Falsone ha offerto un contributo importante. Posso confermare che da loro e' arrivato in input di un tassello che si e' andato ad incastrare al punto giusto, anche se le attivita' di ricerca erano gia' ad un punto avanzato".

Articlolo scritto da: Adnkronos