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Rifugiati, in Italia meno di altri paesi Ue

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ROMA – I rifugiati in Italia sono 55mila, una cifra piuttosto bassa rispetto ad altri paesi dell'Unione Europea, in termini sia assoluti che relativi. E' il dato che emerge dal rapporto annuale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, reso pubblico oggi. A titolo di comparazione, la Germania accoglie quasi 600mila rifugiati e il Regno Unito circa 270mila, mentre La Francia e i Paesi Bassi ne ospitano rispettivamente 200mila e 80mila. In Danimarca, Paesi Bassi e Svezia i rifugiati sono tra i 4 e i 9 ogni 1.000 abitanti, in Germania oltre 7, nel Regno Unito quasi 5, mentre in Italia appena 1 ogni 1.000 abitanti.

I rapporto evidenzia poi come il numero delle domande d'asilo sia cresciuto nel mondo di circa un milione, ma che in Italia nel 2009 è diminuito di circa la metà rispetto all'anno precedente. In Italia nel 2009 sono state presentate circa 17mila domande d'asilo, mentre nel 2008 erano state circa 31mila. ''La diminuzione – rileva l'Unhcr – può essere anche attribuita alle politiche restrittive attuate nel Canale di Sicilia da Italia e Libia, fra cui la prassi dei respingimenti in mare''.
''Il netto calo delle domande di asilo in Italia – sottolinea il rapporto Unhcr – dimostra come i respingimenti anziché contrastare l'immigrazione irregolare abbiano gravemente inciso sulla fruibilità del diritto di asilo in Italia''.
Il Rapporto statistico si occupa anche degli apolidi. Si stima che alla fine del 2009 gli apolidi nel mondo fossero 6.6 milioni sebbene stime non ufficiali parlano di cifre che arrivano ai 12 milioni. Per quanto riguarda il reinsediamento – meccanismo attraverso il quale i rifugiati ospitati in un paese di asilo, tendenzialmente un paese in via di sviluppo, vengono trasferiti in un altro stato, generalmente un paese industrializzato – nel 2009 l'Unhcr ha proposto il reinsediamento per 128mila persone, il numero più alto negli ultimi 16 anni.
"Le cifre parlano chiaro e non hanno bisogno di commenti" ha detto all'Adnkronos monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti. "Importante è invece considerare da dove provengono queste persone – ha sottolineato monsignor Marchetto – da cosa fuggono: persecuzioni, guerre, violenze di ogni genere. Sono persone alle quali non è rimasto nulla e necessitano appunto di un rifugio, vanno perorate le loro richieste di asilo".
Secondo monsignor Marchetto la diminuzione delle domande d'asilo non dipende dalle nuove norme legislative in materia di immigrazione: "Il governo con le nuove norme punta soprattutto a fermare i migranti irregolari, i clandestini e non i rifugiati. E' necessario che non venga infranta la legislazione umanitaria del 1951 che difende i rifugiati e i richiedenti asilo e che è una delle chiavi più importanti per la difesa di tutto il sistema legislativo internazionale in materia di rifugiati. E se non si riesce a difendere questa legislazione umanitaria in tempo di pace, come, mi chiedo, possiamo difenderla e metterla in atto in tempo di guerra?".

Articlolo scritto da: Adnkronos

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