Home Politica Rischio idraulico: Comune e Provincia insieme per prevenire i rischi

Rischio idraulico: Comune e Provincia insieme per prevenire i rischi

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AREZZO – La nostra città ha vaste zone sottoposte a rischio idraulico anche con tempi medi di esondazione di 20-30 anni per alcune e 50 anni per altre. Le zone a rischio maggiore, a causa della presenza dei torrenti Castro e Bicchieraia, sono a quelle a oriente di Arezzo: Pantano, Marchionna, parte di via Giotto e anche zone meno inurbate come le campagne intorno a San Marco, La Sella e Bagnoro.
“Siamo insomma vulnerabili – ha sottolineato l’assessore alle opere pubbliche del Comune di Arezzo Franco Dringoli – sotto questo aspetto ma nonostante la cosa sia nota, le ipotesi di soluzione del problema sono sempre rimaste a uno stadio preliminare. Adesso, questa amministrazione intende approntare un piano strategico rivolto alla realizzazione di casse di espansione, ‘polmoni idraulici’ a monte dove l’acqua finisce durante eventuali piene dei corsi d’acqua. Questo sistema di zone di allagamento dovrà recepire le piene del Castro, del Bicchieraia, del Valtina e del Sellina.
Per fare capire l’importanza del problema – ha proseguito Dringoli – ricordo l’alluvione che colpì Arezzo il 5 ottobre 1934. Se dovesse ripetersi un evento di quella natura, oggi coinvolgerebbe 20.000 persone e causerebbe danni per almeno 200.000.000 di euro. Abbiamo, dunque, approvato in Giunta i progetti preliminari di 4 casse di espansione e inserito di conseguenza nel Regolamento Urbanistico previsioni puntuali sul rischio idraulico, con studi accurati e tavole aggiornate; nelle more dell’iter del regolamento stesso, ne anticipiamo i contenuti con un’apposita variante al PRG. Ecco il sistema che abbiamo progettato: per il Castro, la cassa verrà realizzata in zona Cognaia mentre per il Bicchieraia nella zona La Pace tra i torrenti Covole e Peneto. Insieme garantiranno una portata potenziale di 200.000 metri cubi d’acqua: il rischio idraulico per Arezzo verrà così dimezzato. Per il Valtina, la cassa di espansione sarà invece realizzata al Bagnoro mentre per il Sellina tra Santa Firmina e la Due Mari. Sono due casse da 100.000 metri cubi ciascuna e metteranno in sicurezza molte frazioni e parti di città a oriente. È un complesso sistema che costa 8.000.000 di euro. Adesso parte la sfida per accedere ai finanziamenti: ma per rientrare in programmi di finanziamento occorrono progetti definitivi. Questi saranno approvati entro febbraio e con la Provincia ci muoveremo con convinzione su questo terreno”.
“La Provincia di Arezzo – ha dichiarato l’assessore alla difesa del suolo Antonio Perferi – dispone di un’esperienza collaudata sul rischio idraulico e sul modi di accesso ai finanziamenti della Regione e dell’autorità di bacino. Proprio in questi anni abbiamo messo a punto e stiamo addirittura ultimando molti progetti per casse di espansione che mitighino il rischio esondazione dovuto alla presenza di un fiume importante come l’Arno ma anche di altri corsi d’acqua come il Ciuffenna, il Cerfone, l’Ambra e quelli della zona casentinese di Poppi-Bibbiena. Adesso il Comune ci stimola a sposare questa filosofia di prevenzione del rischio idraulico anche per la città capoluogo, per la quale dobbiamo accelerare al fine di colmare un gap storico. Il percorso è laborioso: occorrerà mettere in campo procedure di esproprio, conferenze di servizi, accordi di programma, valutazioni di impatto ambientale e, ovviamente, progetti. Dopo di che ci potremo inserire in canali di finanziamento. Nel frattempo non staremo certo a guardare: il torrente Frassina nella zona di Cadicio sarà sistemato con un intervento diviso in due stralci per un importo di 460.000 euro frutto di un accordo di programma Comune-Provincia”.
“A conferma di quanto diceva Perferi – ha ripreso Franco Dringoli – nell’immediato vengono fronteggiate situazioni ogni qualvolta se ne presenti la necessità: è il caso della Chiassa, dove è stato messo in sicurezza il fosso della Peschiera, del Bagnoro dove costruiremo due nuovi attraversamenti del torrente Valtina in luogo dei tubi esistenti, intervento da 85.000 euro, dell’ospedale San Donato dove stiamo ultimando la nuova fognatura che va dalla struttura sanitaria al Vingone, intervento da 500.000 euro, di Santa Firmina dove con opere per 60.000 euro garantiremo la sicurezza della frazione colpita da allagamenti continui negli ultimi anni, di Palazzo del Pero. Ma monitoriamo anche altre situazioni di criticità emerse negli ultimi tempi come è il caso di via Romana”.

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