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Scontri a corteo aquilani, Maroni: ‘Verificheremo responsabilità’

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Scontri a corteo aquilani, Maroni: ‘Verificheremo responsabilità’

ROMA – Tensione alla manifestazione dei cittadini aquilani questa mattina a Roma. Due giovani sono rimasti lievemente feriti negli scontri scoppiati in pieno centro nella Capitale tra i manifestanti le forze dell'ordine. La tensione è salita quando la polizia ha bloccato il corteo che da Piazza Venezia si stava dirigendo verso la Camera per continuare lì la sua protesta.
Grazie a una trattativa con gli organizzatori e alcuni funzionari, il blocco è stato superato, ma poco dopo i manifestanti sono stati nuovamente bloccati su via del Corso e sono ripresi i tafferugli. I manifestanti sono poi riusciti ad entrare in via del Plebiscito con un blitz a sorpresa ma sono stati bloccati da un muro di agenti in assetto antisommossa a pochi metri dalla residenza romana del premier Silvio Berlusconi. I manifestanti si sono assembrati nei pressi di Palazzo Grazioli gridando 'vergogna, vergogna'. Poi si sono allontanati da Palazzo Grazioli senza incidenti dirigendosi verso il Senato.
Anche il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che oggi è stato ricevuto a Palazzo Madama da Renato Schifani, è rimasto coinvolto nei tafferugli. ''Io mi sono trovato in mezzo agli scontri fra le forze dell'ordine e i manifestanti, ho cercato di sedare gli animi e per questo sono stato calpestato e ho preso un po' di botte'', racconta all'Adnkronos Cialente che ha riportato alcune contusioni. ''E' stato allucinante – ha poi aggiunto – vedere gente tranquilla e pacifica coinvolta negli scontri di oggi con le forze dell'ordine''.
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha convocato una riunione urgente al Viminale per capire se vi siano responsabilita' e da parte di chi negli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti. "Sto andando al Viminale, proprio per fare una riunione che verifichi quanto e' accaduto -annuncia Maroni- al momento, ho solo notizie frammentarie. Al ministero mi faro' raccontare come sono andati i fatti, perche' io verifico i fatti e non le opinioni riportate da qualcuno". Sottolinea ancora il ministro: "io sono sempre favorevole alle manifestazioni, quando si svolgono pacificamente e senza violenze. Ora voglio capire perche' questa manifestazione non e' avvenuta in questo modo, se ci sono responsabilita' ed eventualmente da quale parte vi siano".
La rabbia dei cittadini si è scaricata non solo contro il governo, ma anche contro tutta la classe politica. I manifestanti non hanno accolto bene la presenza del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "Svegliati! Dove siete voi del Pd?" ed ancora "venite solo a fare le passerelle", hanno gridato. Dal camioncino-palco improvvisato gli organizzatori hanno poi 'sfidato' il leader del Pd a prendere il microfono. Bersani, dopo aver garantito l'impegno del partito per una tassa di scopo per la ricostruzione dell'Aquila, ha attaccato il governo che ''mette la polizia a bloccare una manifestazione così''. ''E' inaccettabile e non tollerabile'', ha detto. ''Gli aquilani – ha aggiunto – meritano rispetto".
I cittadini protestano contro l'abbandono dell'Aquila dopo il terremoto e per chiedere una legge organica per la ricostruzione. La protesta è anche per il pagamento delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero ricominciare a pagare al cento per cento.
"Secondo i nostri calcoli, oggi alla manifestazione di Roma eravamo in 8mila. Basti pensare che solo dall'Aquila sono partiti 43 pullman e moltissime auto e mezzi privati" hanno riferito in serata alcuni organizzatori. "Anche se qualche telegiornale ha detto che eravamo pochi, forse 500 – hanno aggiunto gli organizzatori dal sit-in di Piazza Navona – siamo stati migliaia. Cinquecento erano solo gli uomini delle forze dell'ordine mobilitati per la manifestazione. "Quella di oggi – e' stata una protesta civile, nonostante le manganellate e le cariche di Polizia e Carabinieri. Una protesta che non deve e non puo' fermarsi qui".
''L'Aquila è ormai un territorio economicamente allo stremo, con 16 mila persone tra disoccupati, inoccupati e cassintegrati – si sfogano alcuni manifestanti -. Non vediamo futuro per i nostri figli''. ''I politici – denunciano – dopo aver fatto le loro passerelle venendo all'Aquila quasi ogni giorno, ora ci hanno abbandonato. Continuano a negarci semplici diritti e lo fanno ancora di più con questa Finanziaria. Oggi poi – proseguono – hanno risposto con le cariche delle Forze dell'ordine e con le manganellate. Hanno picchiato un terremotato. E questo è una vergogna''.
''Finora – dicono alcuni organizzatori del Comitato 3.32 – ci hanno preso in giro e non hanno mantenuto le promesse. Vogliamo che venga detta la verità perché l'Aquila non è mai stata ricostruita. Inoltre vogliono tornare a farci pagare, a partire da dicembre, il 100% delle tasse. Una cosa inaudita se si pensa che in altri terremoti, come quello dell'Umbria, dopo 12 anni hanno ricominciato a pagare le tasse ma solo al 40%''.

Articlolo scritto da: Adnkronos