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Scuola materna di Badia Prataglia chi la salverà dalla chiusura

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Scuola materna di Badia Prataglia chi la salverà dalla chiusura

Badia Prataglia – «Chi salverà la scuola materna di Badia Prataglia dalla chiusura per mancanza di fondi? Viene da domandarselo ascoltando l’amministratore, don Francesco Cecconi.
L’impressione è che il non più giovane parroco non sia adeguatamente sostenuto da un laicato maturo e consapevole. Probabilmente con il trascorrere dei 43 anni di presenza nella parrocchia di Santa Maria Assunta sono venuti logorandosi gli ‘assistenti storici’ del parroco per motivi di età. Forse l’ufficio scuola della diocesi di Arezzo potrebbe fornire, pro tempore, un ragioniere od un commercialista che rimettessero a posto il bilancio della piccola scuola. Fatto sta che qualche foglio è rimasto bloccato in chissà quale ingranaggio della burocrazia romana ed i finanziamenti promessi e confermati dal Governo alle scuole paritarie, per questo anno non sono arrivati. Per garantire lo stipendio ai 5 dipendenti laici della scuola, don Francesco è dovuto ricorrere alla congrua ed alle elemosine destinate alla parrocchia, comprese quelle devolute in memoria dei defunti. Tenace come è nel carattere della gente di montagna, il sacerdote, che ha ereditato la scuola dalle suore dell’ordine di Santa Marta presenti sino al 1977, non vuole chiudere i battenti. E nemmeno se la sente di aumentare la retta oltre la soglia “politica” dei 100 euro mensili, il prezzo più basso di tutta la provincia di Arezzo, in un momento di crisi economica che mette a dura prova l’economia domestica delle famiglie badiane.
Il servizio in una scuola di montagna viene valutato il doppio dallo Stato, a testimonianza di quanto sia importante un presidio culturale dove la vita è più difficile, anche se compensata dalla bellezza dei paesaggi che entrano a far parte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Anche la locale scuola media statale usufruisce della mensa della scuola materna per due giorni alla settimana, evitando così al Comune, a cui spettano le spese extrastipendiali della scuola dell’obbligo, gli oneri della mensa. Ma la materna evita anche di sborsare soldi per l’acquisto di uno scuolabus per trasportare i venti baby-studenti dalla Badia a Poppi. E la Comunità Montana ed il Comune paiono i grandi assenti nel sostegno ad una istituzione di presidio della vita in montagna, in un luogo dove un inverno più rigido fa impennare i consumi di gasolio ed il ghiaccio costringe spesso a lavori di manutenzione straordinaria. Il tempo passa ma al momento nessuno viene in soccorso di don Francesco Cecconi che resta, fiducioso, in attesa di una maggiore sensibilità verso l’impegno suo e della parrocchia nel sostegno alla scuola, molto ben tenuta nonostante tutto.
Sembra che prima della ripresa degli studi il 15 di settembre don Francesco abbia intenzione di prendere carta e penna per scrivere al Sindaco ed a chi di dovere.
Nubi nere si addensano sopra la scuola materna “Giulio Senni”, anticipatrici di un freddo autunno di montagna. Da dove verrà l’aiuto a questa piccola scuolina fuori dal mondo?»

Articlolo scritto da: Luca Tognaccini