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Si allarga il comitato del ‘Bastardo’

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Si allarga il comitato del ‘Bastardo’

AREZZO – Crescono le adesioni al Comitato del Bastardo. In queste settimane i negozianti e gli artigiani di San Giuliano hanno aderito al Comitato e sono arrivati tantissimi contributi di idee e materiale per il libro in preparazione.
In un paese sui generis come questo le attività che aprono bottega lungo la via sono il vero punto d'attrazione della vita paesana e vogliono assumere in prima persona l'impegno di valorizzare il genius loci. Per questo farne un elenco non risulta arida contabilità, ma apre piccole finestre su un angolo di mondo.
Dal vivaio Uno Verde, sulla provinciale all’imbocco del paese venendo da Arezzo, fino all’Evoluzione Tende, grande azienda di arredamento e attrezzature per esterni, sulla via per Pieve al Toppo, prima dell’antica casa colonica detta Le Fosse.
Dalla Parrucchieria della Rosalba, lungo il Vingone prima del Circolo, all’Arte del Capello di Pierangelo Mencherini detto Tortolo, nel palazzo che ha sostituito la sede della sala da ballo Mocambo, famosa negli anni ’50 e ’60.
Dal negozio di foto ottica Etruria Center, in pieno centro storico davanti al bivio per la scuola, ai Fiori di Marta, nell’angolo prima del ponte, dove una volta c’era un meccanico di biciclette.
Dal ristorante Il Muretto, che occupa la sede dell’antica locanda del Bastardo, allo storico negozio di confezioni Bottai, conosciuto in tutta la Valdichiana.
Dal frantoio del Paggetti alla ormai centenaria Bottega di Giacco, senza dimenticare la moderna parrucchiera Lady & Man, di fronte alla chiesina, e il centro estetico Blue Light alla Valle del Vingone.
Le ricerche e l’attività del Comitato stanno coinvolgendo proprio tutti.
Tra l’altro si è potuto recuperare copia del Regio Decreto del 1940, a firma Vittorio Emanuele Terzo e Mussolini, che sanciva il cambio del nome della frazione, a testimonianza dei fatti alla base di questo anno del Bastardo.
Scrive in proposito lo storico Antonio Bacci: “L’8 luglio 1939 il segretario del fascio di combattimento del Bastardo invia una lettera al Commissario prefettizio del Comune di Arezzo, colla quale si fa presente come la popolazione di detta località abbia espresso il desiderio che sia cambiato il nome di Bastardo che, privo di qual siasi significato storico che ne possa giustificare il mantenimento, appare solo sconveniente ed offensivo per la laboriosa popolazione. Anche il vescovo Mignone fu chiamato in causa; questi inviò una lettera il 12 succesivo; ugualmente il segretario della federazione provinciale dei fasci di combattimento, due giorni dopo. Con simili referenze, in data 19 gennaio 1940 il re emana l’atteso decreto, che viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio, divenendo così esecutivo”.
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