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Slitta il rinnovo del Contratto di lavoro del comparto Legno Arredo

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AREZZO – Ancora una riunione fra i rappresentanti sindacali e le categorie economiche sul rinnovo del contratto di lavoro del comparto “legno arredo” dei lavoratori artigiani, uno dei segmenti più importanti dell’economia nazionale. Lo scorso 25 maggio, presso la sede nazionale di Confartigianato Imprese a Roma, le parti si sono incontrate ma non sono ancora riuscite a trovare punti di incontro, anche se è stata percepita la volontà da entrambe le parti di chiudere la trattativa in tempi brevi. La delegazione di categoria di Confartigianato Imprese – guidata dal presidente nazionale Domenico Gambacci e dal segretario generale Guido Cesati,– ha concordato con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e delle altre sigle sindacali presenti un nuovo incontro tecnico programmato per la metà di giugno, quando le controparti torneranno a confrontarsi per una rivisitazione delle proprie posizioni per poi apporre la firma entro la metà del mese di luglio nel corso di un successivo “tavolo” di carattere politico se verrà raggiunto un accordo soddisfacente tra le parti. Di fronte ad alcune accuse rivolte al mondo artigiano del “legno arredo” da parte dei sindacati, molto determinata è stata la risposta del presidente nazionale l’aretino Gambacci che ha rimarcato con forza un preciso concetto: per un imprenditore artigiano, il proprio dipendente è un vero e proprio patrimonio, al punto tale da essere considerato “uno di famiglia” da tutelare e salvaguardare, ma non bisogna dimenticare che stiamo attraversando la peggior fase congiunturale degli ultimi 100 anni; come dire, quindi, tutela massima nei confronti del dipendente, ma un occhio di riguardo anche all’azienda per fare in modo che non si ritrovi costretta a chiudere i battenti. “E’ stato un inizio non facile – continua Gambacci, – perché si poneva il problema di accorpare due contratti molto diversi, quello del “legno arredo” e del “lapidei”, con profili, competenze e retribuzioni molto diverse. In quale maniera metterli dunque insieme? Unificare i contratti non significa lavorare per arrivare alla stesura di un contratto unico, ma creare una situazione omogenea nella quale riunire i vari contratti.” Sotto questo profilo, ha sottolineato il segretario nazionale Cesati, ottimo è stato il lavoro portato avanti dal presidente del “legno arredo” Gambacci e dal delegato Conti, che hanno dimostrato grande capacità dialettica e di confronto, arrivando alla conclusione unica grazie anche al contributo del consulente contrattualistico di Confartigianato Imprese. Gambacci ha sottolineato anche l’altra implicazione riguardante l’accordo con alcune sigle sindacali dell’artigianato, che non avevano contrattualisti al tavolo, per cui nessuna iniziativa è stata presa e quindi non è stato possibile confrontarsi con il sindacato su come riorganizzare i profili, partendo da quello alto a scendere, fino al più basso. Al tavolo tecnico è stata rimandata la definizione delle nuove regole. L’impegno preso è stato quello di ritrovarsi e di riproporre poi politicamente la questione all’attenzione dei consigli nazionali.