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Spari a peschereccio, la Libia si scusa

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Spari a peschereccio, la Libia si scusa

Roma – (Adnkronos/Ign) – La vicenda del peschereccio di Mazara del Vallo mitragliato da una motovedetta libica è stato "un incidente grave" ma "nulla cambia nei rapporti". E' quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parlando con i giornalisti al termine dell'incontro alla Farnesina con il commissario Ue del Bilancio, Jamaz Lewandowski. "Abbiamo avuto, come era doveroso, le scuse ufficiali della Libia. Il ministro degli Esteri Moussa Koussa mi ha cercato perché voleva confermarle in modo diretto e personale", ha precisato il capo della diplomazia italiana.
Anche il ministro degli Interni, Roberto Maroni, intervenendo alla trasmissione televisiva 'Mattino Cinque' ha detto che "la Libia si è scusata per quello che è successo. Evidentemente c'è stato un errore di interpretazione. Posso immaginare che abbiano scambiato il peschereccio, come avviene ogni tanto, per una barca che non fermandosi all'alt immaginavano potesse avere avere a bordo clandestini. Ma lo posso solo immaginare, non abbiamo ancora tutte le informazioni. Ho aperto un'inchiesta per accertare quello che è avvenuto'' e ''la mia opinione è che si sia trattato di un incidente. Grave, ma un incidente".
Ma le dichiarazioni di Maroni vengono smentite da Giuseppe Asaro, armatore dell'Ariete, il motopesca di Mazara del Vallo crivellato di colpi di mitraglia domenica sera mentre navigava nel golfo della Sirte. "Non ho ricevuto nessuna telefonata di scusa – fa sapere – Ieri è stato detto che aggressioni simili non devono accadere, adesso il ministro Maroni cerca di difendere l'indifendibile. Il mio comandante e il suo equipaggio hanno detto chiaramente al comandante della motovedetta libica che erano italiani e che stavano lavorando. E loro per tutta risposta gli hanno sparato contro. Non possono averli scambiati per clandestini. Dirlo sarebbe una fesseria".

Asaro non usa mezzi termini. "Mi chiedo chi mi risarcirà i danni – dice all'Adnkronos – La barca è dovuta tornare a Lampedusa per gli interrogatori dell'equipaggio e ora dovrà andare a Porto Empedocle, perché la Procura ha aperto un'inchiesta. Nel frattempo la battuta di pesca è stata interrotta, questo non è un gioco, si tratta di lavoro, chi paga l'equipaggio e il carburante? La marineria siciliana – prosegue – chiede maggiore sicurezza e tutele. Il mio equipaggio non si è fermato, perché sapeva bene cosa lo attendeva: sequestro dell'imbarcazione e arresto. E' questo il frutto dei buoni rapporti con la Libia? Se c'erano italiani a bordo del guardiacoste libico perché non si sono qualificati come tali? Il mio comandante si sarebbe fermato. Invece hanno sparato all'impazzata, rischiando di uccidere l'equipaggio dell'Ariete. E' – conclude – una cosa inaudita".
Intanto infuria la polemica anche sul fronte politico, con l'opposizione che non ci sta a sentir parlare di incidente. Per Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Pd, l'affermazione di Maroni ''secondo il quale i libici hanno scambiato il peschereccio per una nave che trasportava clandestini giustifica evidentemente ai suoi occhi aggressioni inaccettabili contro imbarcazioni che trasportano esseri umani". ''Evidentemente – fanno eco Andrea Sarubbi e Jean Leonard Touadi del Pd – una clausola nascosta del famigerato Trattato di 'amicizia' Italia-Libia autorizza a sparare su esseri umani qualora siano migranti''.
''Credo a questo punto che il governo dovrebbe sospendere il trattato italo-libico in maniera unilaterale – è l'opinione di Sandro Gozi, responsabile politiche europee del Pd – perché la parte libica ne ha più volte violato i principi fondamentali. In ogni caso il governo venga in Aula e spieghi cosa è realmente accaduto. Poi il Parlamento valuterà se istitutire una commissione d'inchiesta parlamentare per approfondire i fatti''. Secondo il portavoce dell'Italia dei valori, Leoluca Orlando, "è indegna la difesa del governo" ed "è vergognoso che i ministri Maroni e Frattini, invece di difendere i nostri pescatori e alzare la voce, continuano a genuflettersi al dittatore libico in nome degli interessi economici del presidente del Consiglio. Il governo venga immediatamente in Parlamento a riferire. L'Italia ha una sua storia e una sua dignità, non è un pied-à-terre della Libia''.
Ma critiche arrivano pure dalla Lega. ''E' un bell'assurdo farsi sparare dai mezzi che abbiamo regalato – afferma Stefano Stefani (Lega), presidente della Commissione Affari esteri della Camera – Aspettiamo di vedere cosa sia successo, i libici si sono scusati. Ma non bastano le scuse in un caso del genere''.

Articlolo scritto da: Adnkronos