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Usa, agenti dell’Fbi sotto copertura su Facebook

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Usa, agenti dell’Fbi sotto copertura su Facebook

SAN FRANCISCO – Anche l'Fbi sbarca nel mondo virtuale e sguinzaglia i suoi agenti su Facebook per cercare di incastrare sospetti. E' quanto prova un documento riservato del dipartimento di Giustizia ottenuto, grazie al Freedom of Information act, dall'Electronic Frontier Foundation, fondazione che si occupa della tutela della privacy su Internet.
Il documento di 33 pagine è un vero e proprio manuale di spionaggio virtuale, in cui si insegna ad agenti federali dell'Fbi e di altre agenzie come riuscire, con false identità e falsi profili – le biografie sintetiche che ogni utente di Facebook pubblica sul suo sito – a farsi "accettare" come amici da sospetti. E così ottenere prove a loro carico. Non solo, agenti connessi a principali social network – non sono Facebook ma anche My Space, per esempio – sono utili anche per ricostruire il tessuto di relazioni ed amicizie di un particolare individuo sospetto. Tutte informazioni utili durante un'inchiesta, per verificare un alibi, stabilire una certa cronologia dei fatti, conclude il documento.
Ma non è solo necessario il pedinamento nel mondo virtuale di sospetti e imputati ma anche di testimoni che i loro avvocati intendono chiamare a loro difese. "Le informazioni sono potere, bisogna controllare le frequenze sui social network di tutti i testimoni" è una delle frasi del documento, che è il testo di una presentazione preparata dal dipartimento per addestrare e motivare gli agenti.
Un documento, sottolineano dalla fondazione, che solleva dubbi sulla liceità di questi comportamenti da parte degli investigatori. Dubbi che, del resto, gli stessi organizzatori del corso si sono posti: "se gli agenti violano le regole di Facebook, questo è però da considerarsi illegale?" si legge ad un certo punto nella presentazione. Per i normali cittadini infatti Facebook e gli altri social network vietano il ricorso a false identità.
E se il dipartimento della Giustizia lascia aperto l'interrogativo, l'Eff cita il documento di un'altra agenzia federale, la temibile e temuta Irs, il fisco americano che conduce agguerrite indagini per stanare gli evasori, in cui si vieta esplicitamente agli agenti di usare false e-mail per ottenere informazioni sui contribuenti. "I dipendenti non possono falsificare le proprie identità, anche su Internet: non si possono ottenere informazioni da siti registrandosi con false identità" ha stabilito l'Irs.