Home Cronaca Yara, dai pm un passo indietro ‘Niente carcere per il marocchino’

Yara, dai pm un passo indietro ‘Niente carcere per il marocchino’

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Bergamo (Adnkronos/Ign) – Una frase in arabo tradotta male e un biglietto per il Marocco già in tasca da tempo che fanno cadere l'ipotesi di una fuga. Le accuse contro Mohammed Firki vacillano e il 22enne marocchino indagato per il sequestro e l'omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre scorso, lascerà il carcere di Bergamo nelle prossime ore. Gli indizi che sabato aveva portato al suo fermo, mentre era a bordo di una nave diretta in Marocco, a meno di 48 ore di distanza non bastano più e la caccia al colpevole ricomincia. La frase 'Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io', finita nel faldone dell'accusa è stata mal tradotta, spiega il marocchino davanti al gip Vincenza Maccora. Si tratta, sottolinea l'accusato, di un'imprecazione. Inoltre, la sua versione, già fornita agli inquirenti, è senza sbavature: non ha tentato la fuga e quel biglietto per il Marocco era stato acquistato da tempo. Giustificazioni che mettono in crisi l'impianto accusatorio: è stato lo stesso pm Letizia Ruggeri, durante l'interrogatorio di garanzia, a chiedere la convalida del fermo, ma allo stesso tempo a chiedere che il 22enne lasci il carcere. Sarà il gip Vincenza Maccora, domani, probabilmente in mattinata, a decidere sulla sorte giudiziaria del giovane, ma la scarcerazione appare evidente. ''In mano hanno solo un'intercettazione ed elementi ancora più deboli'', ha osservato Giovanni Fedeli, a capo dello studio legale per cui lavora Roberta Barbieri, l'avvocato che difende il ventiduenne marocchino. Durante l'interrogatorio di convalida, durato circa due ore, i legali hanno chiesto la scarcerazione ''per la mancanza di gravi indizi di colpevolezza''. "Secondo me lui non c'entra nulla e lui la ragazza non l'ha mai vista", ha affermato Abdel Hazak, cugino del 22enne. E anche per lui le intercettazioni non sarebbero state riportate correttamente: "Non puo aver detto 'che Allah mi perdoni' ma 'che mi protegga'", ha sottolineato. Intanto, dopo avere setacciato la zona di Ambivere, senza trovare elementi utili, i volontari e le forze dell'ordine si stanno concentrando nella zona fra Mapello e Locate, frazione di Ponte San Pietro, alle spalle del cantiere dove lavorava anche il muratore marocchino. I vigili del fuoco hanno lavorato per prosciugare una pozza alle spalle del cantiere, dove sorgerà un centro commerciale. Al momento non c'è nessuna novità sul ritrovamento della giovanissima studentessa. Proseguono, dunque, anche le indagini. Resta però ancora senza una conferma ufficiale l'ipotesi che nella vicenda siano coinvolti due italiani. Il sospetto, spiegano gli inquirenti, è che il delitto sia legato a "un movente sessuale". E dopo le scritte razziste apparse davanti all'abitazione di Yara, oggi un nuovo striscione è apparso davanti alla villetta della famiglia: 'Per Yara. nessuna pietà per chi ha fatto questo'. Lontano da telecamere e fotografi, i genitori di Yara, Fulvio e Maura, hanno scelto invece il silenzio e la preghiera. Brembate è l'anti-Avetrana: pochi sono disposti a parlare, nessuno lancia appelli o cerca le telecamere. Ieri il sindaco leghista, Diego Locatelli, aveva respinto l'accusa di un paese razzista, ma a Brembate chi si ferma a parlare ai giornalisti non risparmia accuse contro gli stranieri 'colpevoli' di spacciare e di aver invaso alcune zone. Rabbia e paura, ma anche una vera separazione tra bar frequentati da italiani e da stranieri. ''In alcuni locali se entra uno straniero – racconta una persona – per una birra si chiede il doppio o il triplo del prezzo, così va via''. Da parte sua il leader della comunità marocchina locale, Sumia Fuganni, annuncia ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL: "Noi stranieri di origine maghrebina residenti nella provincia di Padova e in Veneto, che siamo perfettamente integrati nella società italiana, abbiamo deciso di mobilitarci per portare la nostra solidarietà ai genitori di Yara Gambirasio". "Mercoledì prossimo, in occasione della festa dell'Immacolata – spiega -, ci recheremo dai genitori di Yara per portare la nostra solidarietà e per dimostrare a tutti che noi marocchini non siamo solo criminali". E l'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, nel suo discorso alla città alla vigilia di sant'Ambrogio, ha detto: "Prego perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza". Torna a parlare poi il sensitivo Mario Allocchi, che il 3 dicembre scorso aveva ipotizzato all'Adnkronos l'omicidio della 13enne. Il marocchino ''non è il responsabile diretto della morte della piccola Yara'', sottolinea, ma ad ucciderla è stato ''un pedofilo che già da parecchio tempo l'aveva adocchiata''.