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118, dall’esperienza aretina idee per nuova organizzazione regionale

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118, dall’esperienza aretina idee per nuova organizzazione regionale

Arezzo – L’emergenza-urgenza, intesa come somma fra i servizi di 118 e Pronto Soccorso, necessita di una sempre maggiore integrazione e correlazione, sia sul piano organizzativo che professionale. Una “lezione” imparata da tempo, ma alla quale le nuove esigenze impongono di dare una maggiore incisività e forza. Ne sono convinti gli operatori sanitari. Ne è convinta la Regione che sta valutando le esperienze in corso nelle diverse Asl della Toscana. Di questo si è parlato in un incontro promosso dalla Cimo (Coordinamento Italiano Medici Ospedalieri) che ha sollecitato la Regione a compiere una attenta valutazione dell’esperienza del 118 aretino che proprio su questi temi ha compiuto notevoli e concreti passi avanti realizzando il Dipartimento di Emergenza Urgenza come modello. Per Ennio Duranti e Mauro Marziali, rispettivamente Segretario Provinciale e Cordinatore Regionale CIMO del settore emergenza-urgenza, infatti, le modalità operative messe in atto nel “sistema aretino” puntano con decisione sull’integrazione: fra medici ed infermieri dell’emergenza preospedaliera ed ospedaliera con l’obiettivo di garantire una risposta equa e appropriata nel percorso assistenziale, territorio-ospedale, in tutta la provincia.
Un concetto, questo dell’integrazione, che assieme ai dati di attività (oltre 29.500 interventi effettuati dal 118 nel 2010, una media di 81 al giorno, compiuti dai 53 infermieri e 30 medici in servizio) è stato messo ben in evidenza nelle relazioni introduttive del direttore del dipartimento dell’emergenza-urgenza, Alberto Cuccuini e del vicedirettore del 118 Simone Nocentini.
“Molti gli spunti di interesse che abbiamo raccolto in questa giornata – – ha detto Lorenzo Roti, direttore del Settore servizi alla persona sul territorio della regione. In tutta la Toscana assistiamo ad una crescita generalizzata della qualità dei servizi di emergenza territoriale, ma la sistematicità con cui ad Arezzo si stanno perseguendo gli obiettivi di integrazione e di valorizzazione dei vari profili professionali, non trova ancora molti riscontri. Obiettivi che non vengono solo dichiarati o lasciati al caso, ma che qui sono sostenuti e perseguiti attraverso l’applicazione sistematica di protocolli operativi e degli atti d'indirizzo regionali”.