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A Lampedusa oltre 500 immigrati

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A Lampedusa oltre 500 immigrati

Palermo, 2 mar.- (Adnkronos) – Sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa dopo una settimana di tregua. Intorno alle 3.30 di questa mattina 347 nordafricani sono sbarcati, tra cui 4 donne. Erano a bordo di un grosso barcone soccorso dalla Guardia costiera. I nordafricani, di cui non si conosce ancora la nazionalità, erano stati intercettati alcune ore prima da una nave della Marina militare, a circa 30 miglia dall'isola. Sempre a Lampedusa nel primo pomeriggio, scortati da una motovedetta della Guardia costiera, sono sbarcati una quarantina di immigrati nordafricani al porto. A Linosa, invece, 22 immigrati sono stati fermati a terra dai carabinieri. E altri due gruppi, di 22 e 44 extracomunitari rispettivamente, sono stati notati a terra. Sono dunque complessivamente più di 500 i migranti sbarcati in poche ore sulle coste siciliane. Tra i 347 immigrati sbarcati questa mattina presto c'erano anche due giornalisti tedeschi. I due sono partiti con i maghrebini dalla costa nordafricana nella sera tra lunedì e martedì e avrebbero testimoniato il viaggio dei tunisini con una telecamerina. Anche gli ultimi immigrati arrivati sull'isola di Lampedusa, subito dopo l'identificazione, verranno iscritti nel registro degli indagati per immigrazione clandestina dalla Procura di Agrigento, che parla di "atto dovuto" in applicazione della legge Bossi-Fini. Gran parte dei circa seimila immigrati sbarcati in poco meno di un due settimane sono già stati iscritti nel registro degli indagati e gli altri lo saranno appena verranno identificati. "Mi chiedo come sia possibile potere iscrivere nel registro degli indagati tutti i seimila immigrati tunisini arrivati nei giorni scorsi sull'isola di Lampedusa se gran parte di loro sono stati trasferiti con i ponti aerei con nomi a caso…", ha detto dal canto suo all'ADNKRONOS il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis. "La Procura è stata costretta a iscriverli nel registro delgi indagati – ha detto ancora De Rubeis – ma mi chiedo come abbiano fatto". Per De Rubeis, allora, "in base alla legge vigente andrebbero indagati per favoreggiamento all'immigrazione clandestina anche i soccorritori in mare. E' un paradosso, ma se si dovesse seguire la legge dopo la politica dei respingimenti dei mesi scorsi allora sarebbe un passo necessario". Poi torna sugli sbarchi di oggi, in partcolare su quello che ha visto arrivare un barcone con a bordo 347 migranti: "E' il più numeroso da quando è iniziata questa nuova ondata di arrivi di tunisini. Siamo preoccupati per quello che potrà accadere nei prossimi giorni". "Non si erano ancora visti barconi così grandi – ha proseguito – e penso che nei prossimi giorni non vedremo più barconi di 20 o 30 tunisini, come invece avveniva nei primi giorni. Oggi doveva essere azzerato il Centro d'accoglienza con la partenza dei rimanenti 216 immigrati ospiti della struttura, invece adesso se ne aggiungono altri 347 e non si sa se ce ne saranno altri". Il sindaco vuole poi ribadire che "il governo e il ministro Maroni hanno comunque mantenuto la promessa, Maroni aveva detto che avrebbe trasferito entro una settimana tutti gli immigrati da Lampedusa. Fatta eccezione per i 216 rimanenti effettivamente anche se sono serviti più giorni, il Centro si stava svuotando. Adesso bisogna capire quello che accadrà in futuro. Ma certo siamo preoccupati". Sull'indagine a suo carico per 'istigazione all'odio razziale' avviata dopo che, qualche giorno fa, il sindaco ha emesso le ordinanze anti-accattonaggio e anti-bivacco, De Rubeis dice: ''E' vergognoso, ho dettato delle regole. Di queste ordinanze ce ne sono decine, contro zingari e barboni, sia al Nord che in nel resto del Paese, eppure nessuno si scandalizza. Dettare regole a Lampedusa, invece, spinge qualcuno a pensare che ci sia odio razziale. Razzista e' una parolaccia che mi fa incavolare''. In passato De Rubeis era stato indagato per lo stesso reato, accusato di avere detto in un'intervista che 'la carne dei negri puzza anche quando è lavata'. Un'accusa da cui poi è stato prosciolto perché il fatto non sussiste: ''Qualcuno ha sostenuto che avrei detto quella parolaccia in un'intervista di tre ore – ha detto De Rubeis – La parola negro a Lampedusa non esiste, noi semmai gli immigrati li chiamiamo turchi". "Io – ha concluso De Rubeis – ho dimostrato al magistrato con tanto di documenti che era solo una fantasia e non avevo mai detto quella frase. Non sono razzista e mi incavolo con chi me lo dice, perché qui siamo da esempio di un'esagerata accoglienza verso tutti in base alla necessità del minuto''.