Home Cronaca Addio Simoncelli, la salma domani in Italia Valentino: “Per me era

Addio Simoncelli, la salma domani in Italia Valentino: “Per me era

0

Roma, 24 ott. (Adnkronos/Ign) – Sarà rimpatriata domani con un volo proveniente da Kuala Lumpur, la salma di Marco Simoncelli, il pilota della Motogp deceduto ieri a Sepang, in Malesia, a seguito di un terribile incidente. A spiegarlo sono fonti della Farnesina precisando che probabilmente l'aereo potrà partire già questa sera ora locale, in quanto tutte le formalità sono state espletate. Effettuata anche l'autopsia, ma i risultati non sono stati ancora resi noti. Sul drammatico episodio è in corso un'inchiesta avviata dalla Dorna, la società che organizza il Motomondiale, e dalla Federazione internazionale. Secondo i responsabili dell'impianto, l'indagine non mette in discussione l'utilizzo del circuito. Intanto amici, parenti e fan piangono la morte del 24enne. In primis il grande amico Valentino Rossi che, dopo una giornata di silenzio e lacrime, ieri sera ha scritto su Twitter poche righe per ricordare 'il Sic': "Per me era come un fratello minore tanto duro in pista come dolce nella vita. Ancora non posso crederci, mi mancherà un sacco". Dopo l'incidente, nel quale il campione di Tavullia ha involontariamente investito Simoncelli, sono circolate anche voci di un possibile ritiro del 'Dottore'.
Ma questa mattina è arrivata la smentita di Alessio Salucci, amico e assistente di Rossi: "Per quelli che lo chiedono, Vale non sta pensando assolutamente di smettere. Mi dispiace che girino queste notizie false in momenti così. Le speculazioni sull'idea che Valentino avesse pensato di chiudere in anticipo la sua carriera sono false", si legge su un messaggio su Twitter. Le esequie si svolegranno a Coriano, la cittadina riminese dove è nato e cresciuto Simoncelli. Il sindaco ha indetto una giornata di lutto cittadino, mentre nella piazzetta sono già decine i mazzi di fiori deposti sotto alcuni cartelli con il numero 58. "Marco era amatissimo, sempre in mezzo alla gente, ha lasciato un grande vuoto", ha detto don Egidio Brigliadori, parroco della Chiesa di Santa Maria Assunta, spiegando che la comunità è "sconvolta, turbata". "Quando sono arrivato qui – racconta don Brigliadori – Marco era già in giro per le vie del mondo ma quando poteva partecipava alle attività sportive della parrocchia. Un ragazzo che i giovani della parrocchia sentivano come uno di loro, non si è mai atteggiato a personaggio, era un corianese". E proprio i ragazzi della parrocchia ieri sera via facebook hanno voluto organizzare una veglia di preghiera per il giovane pilota italiano. Don Brigliadori ha incontrato la mamma di Simoncelli rimasta a Coriano, mentre il padre si trovava sul circuito di Sepang. "Sono sconvolti- aggiunge il parroco – posso dire solo che qui siamo tutti stretti attorno alla famiglia di Marco". Quanto alla dinamica dell'incidente, continuano le polemiche sulla sicurezza. Per Franco Uncini, responsabile della Commissione sicurezza dell'Irta, "di sicurezza in Malesia ce n'era in abbondanza, è un circuito dentro i limiti di sicuirezza come da nostra richiesta". L'ex campione del mondo che nel 1983 fu protagonista di un incidente simile a quello in cui ha perso la vita Simoncelli (anche in quella circostanza il casco si slacciò, ma Uncini si riprese dopo 24 ore di coma), spiega che "purtroppo non abbiamo il potere di cambiare la fatalità: quando questo avviene non c'è niente che possiamo fare, dobbiamo solo accettarlo". "Quello di ieri – dice ancora a Radio Anch'io Lo Sport – è stato un incidente come tanti altri, l'unico problema è stato che le moto erano vicine e sono sopraggiunti i due piloti che hanno colpito Marco alla testa e al collo, questa la vera causa della drammaticità dell'incidente". Poi, il ricordo di Simoncelli: "Oltre ad essere un pilota eccezionale, era un personaggio simpatico, cordiale e intelligente. Faceva parte della commissione sicurezza, era sempre molto intelligente. Era costruttivo, bravo professionalmente, ci teneva tanto alla sicurezza ed era sempre presente alle riunioni, l'ultima venerdì prima delle prove", racconta. Sulla dinamica dell'incidente di Simoncelli riflette anche Giacomo Agostini, un altro grande campione del passato. "Non dobbiamo cercare colpe nell'incidente di ieri. E' stata una caduta come ne succedono tante durante i gran premi e le prove, purtroppo ieri è stato fatale", dice Agostini. "E' inutile parlare di sicurezza e di protezioni perché stavolta ce n'erano abbastanza", aggiunge a Radio Anch'io Lo Sport. "Io penso che l'elettronica ieri non abbia influito, anche se personalmente preferirei che fosse solo il pilota a gestire la moto e non l'elettronica. Le gomme? Anche loro hanno un po' di colpa, perché è una delle cose più importanti nella moto. Oggi tutti i piloti chiedono che resista dal primo al'ultimo giro senza un calo di prestazioni. I costruttori fanno gomme un po' più dure e difficili da guidare. Forse sarebbe bene avere pneumatici diversi, con il degrado che inizia da metà gara in poi come succedeva ai miei tempi". La sicurezza oggi è molto migliorata secondo Agostini: "Ma quando ti arriva addosso una moto di 150 chili…sono masse di ferro e purtroppo non c'è nessuna protezione che regga".

Articlolo scritto da: Adnkronos