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Agricoltori bio in allarme per il batterio killer

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Agricoltori bio in allarme per il batterio killer
Agricoltura

Milano, 7 giu. – (Adnkronos/Adnkronos Salute) – Troppo presto per dire se il settore dell'agricoltura biologica italiana sarà fra le 'vittime' del batterio killer che sta facendo tremare Germania ed Europa intera. Ma "c'è preoccupazione" fra i produttori e "per eventuali cali di consumi" sull'onda del panico da verdura fresca che non risparmia l'Italia, dopo i due falsi allarmi lanciati dalle autorità sanitarie tedesche. "Prima i cetrioli, ora i germogli di soia. E in entrambi i casi i prodotti sotto accusa sembrano essere stati scagionati", osserva Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione italiana per l'agricoltura biologica (Aiab). "Ma intanto un primo effetto è stato che alcune mense scolastiche hanno chiesto di eliminare i cetrioli dalle forniture. Per sicurezza". Un segnale che preoccupa perché le scuole, con un milione di pasti al giorno sono una fetta importante del mercato. Meno impatto sul mercato italiano dovrebbero avere i germogli di soia messi alla sbarra, "perché gli italiani ne consumano davvero una quantità esigua". Ma è difficile fare una stima di eventuali perdite, spiega l'esperto all'Adnkronos Salute. "Sia perché è complicato sapere con certezza quanto bio si vende in Italia.
E sia perché i meccanismi sono molto diversi da quelli che regolano l'andamento dell'agricoltura convenzionale. Addirittura l'allarme batterio killer potrebbe avere l'effetto di aumentare le vendite in alcuni tratti della filiera bio. E se il pubblico che si serve da noi si mette sulla difensiva, sulla vendita al dettaglio il privato cittadino che in genere non compra bio potrebbe optare per l'acquisto di questi prodotti proprio per evitare rischi". Una prima stima di eventuali danni si potrà avere a fine settimana quando "faremo il campionamento.
Lì si capirà se ci sono perdite. Questa settimana invece non fa testo perché interessata dal ponte del 2 giugno, e nei periodi di festa i consumi alimentari cambiano già di per sè", precisa Ferrante. I produttori bio stanno comunque cercando di "far ragionare i consumatori. I clienti del bio sono molto attenti all'origine dei prodotti e laddove c'è l'evidenza dell'origine nazionale non subiremo contraccolpi. Siamo comunque preoccupati – ammette – Perché l'allarme verdura fresca ci ha colpito fin dal primo momento. Quello che ci sta salvando è la totale tracciabilità dei prodotti che dà sicurezza al consumatore. Ci sono poche possibilità di frode".
Ma se continua l'ondata di panico generata dall'incertezza su dove si annidi questa variante aggressiva dell'E.Coli, "temiamo che le cose si complicheranno anche per noi. Se potessimo rapportare eventuali danni a quanto accaduto sul fronte dell'agricoltura convenzionale le stime si aggirerebbero sul milione di euro di perdite, ma non è cosi' facile, visto che il settore bio funziona molto diversamente. Il valore del mercato bio in Italia "è intorno ai 3 miliardi di euro nel suo complesso. L'ortofrutta, settore che potrebbe essere interessato da una contrazione nei consumi, pesa per un terzo. Certo è che questa settimana sarà determinante. L'effetto paura potrebbe sgonfiarsi dopo la seconda smentita delle autorità sanitarie tedesche, ma le cose potrebbero anche aggravarsi perché la gente, nel dubbio, potrebbe adottare un atteggiamento di diffidenza generalizzata. E lì sarebbero guai".

Articlolo scritto da: Adnkronos