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Al Giardino delle Idee arriva il prof. Alberto Mario Banti

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Al Giardino delle Idee arriva il prof. Alberto Mario Banti

Arezzo – Con il termine Risorgimento si indica un periodo in cui l’Italia, ancora divisa in tanti piccoli stati ma unita dal sentimento patriottico e dal desiderio di un’unificazione nazionale, diventa scenario di numerose iniziative liberali che porteranno, dopo una lunga serie di guerre d’indipendenza, alla proclamazione del Regno d’Italia il 23 febbraio 1861.

Tuttavia il prof. Alberto Mario Banti, docente universitario di Storia Contemporanea all’Università di Pisa, presenta da sempre questo capitolo della storia italiana in maniera diversa e non convenzionale, interpretandolo non tanto come un movimento politico-culturale, ma ideologico, che prende avvio già molto tempo prima delle iniziative liberali più importanti come la Spedizione di Garibaldi o gli sviluppi della Giovane Italia mazziniana.

Per l’autore, il Risorgimento italiano inizia nel momento in cui in Italia, o per meglio dire nei tanti piccoli staterelli da cui la penisola era formata, cominciano a nascere il sentimento patriottico e l’idea di indipendenza nazionale, che saranno i principi su cui si fonderanno i tentativi di indipendenza dalle potenze straniere che tanto a lungo hanno governato lo stivale.

L’iniziativa “Il Giardino delle Idee 150” promossa dall’associazione La Fabbrica delle Idee, in partnership con Estra SpA, con il patrocinio di Provincia di Arezzo, Camera di Commercio e Ministero della Pubblica Istruzione e la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici, Paesaggistici e Etnoantropologici di Arezzo, si conclude con un ultimo incontro/confronto molto atteso.

Sabato 30 aprile 2011 alle ore 17.00 nella consueta cornice dell’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo (INFO: 0575 409050) il prof. ALBERTO MARIO BANTI presenterà il suo nuovo libro “Sublime Madre Nostra” (Laterza editore).

Professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Pisa Alberto Mario Banti è stato membro del consiglio direttivo della SISSCO e dal 2004 è membro dell’Advisor Board di European History Quartely.

Ha insegnato presso l’Università di Girona, l’Ècole Normale Supérieure di Parigi ed è stato uno dei fondatori della rivista quadrimestrale “Storica”.

Ha ricoperto l’incarico di vicedirettore dell’IMES e nel settembre 2006 un Suo libro, pubblicato per Einaudi, ha ottenuto il premio SISSCO per il miglior saggio di argomento storico.

Ha fatto inoltre parte del Comitato di redazione della rivista di storia e scienze sociali “Meridiana”

Lo Stato quindi come patto fondato su un sistema condiviso di valori.

La nazione non è un dato di natura.

Non emerge dalle più lontane profondità dei secoli.

Né accompagna da sempre la storia d'Italia, dal Medioevo a oggi.

L'idea che una comunità di uomini e donne, uniti da una serie di elementi condivisi, possieda la sovranità politica che fonda le istituzioni di uno Stato, è molto recente e basa la sua capacità di attrazione sul lessico usato, sulle parole per nominare questa nazione.

Quando sulla scena politica compare il discorso nazionale, le forme comunicative scelte sono estremamente seducenti.

Le narrative nazionali sanno emozionare.

Sanno comunicare.

Sanno toccare il cuore di un numero crescente di persone.

Il prof. Alberto Mario Banti in questo volume indaga qual è stato l'eccezionale potere comunicativo della retorica nazionale nell'Italia risorgimentale e indica in alcune figure del discorso usato le immagini, i sistemi allegorici e le narrative che hanno avuto un maggiore impatto sulle donne e gli uomini che fecero l'Italia.

Rileva in particolare tre figure profonde che hanno accompagnato il discorso nazionale dal Risorgimento al fascismo: la nazione come parentela/famiglia; la nazione come comunità sacrificale; la nazione come comunità sessuata, funzionalmente distinta, cioè in due generi diversi per ruoli, profili e rapporto gerarchico.

Cambieranno i contesti e le forme di governo, ma la struttura del discorso nazionale resterà identica, nonostante diversi siano gli obiettivi politici che su di essa si fondano.