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Alfredo Mantovano ad Arezzo per sostenere Grazia Sestini

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Alfredo Mantovano ad Arezzo per sostenere Grazia Sestini

Arezzo – Aperitivo affollato ieri sera presso lo Spazio Morini Caffè di piazza San Jacopo dove il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, onorevole Alfredo Mantovano, è intervenuto per sostenere la candidatura di Grazia Sestini a sindaco di Arezzo e di Gianni Pagliazzi al Consiglio Comunale per le prossime amministrative del 15 e 16 maggio. L’onorevole, introdotto dal Coordinatore Comunale PDL Pagliazzi che l’ha ringraziato per la sua presenza ad Arezzo durante questa campagna elettorale, ha posto l’attenzione sulle doti di Grazia Sestini conosciuta e apprezzata durante la sua esperienza di parlamentare e Sottosegretario al Welfare nel Governo Berlusconi. “Conosco le sue capacità, la sua determinazione e la sua competenza – l’ha elogiata Mantovano – e credo che nessuno meglio di lei possa incarnare l’inutilità delle quote rosa, nel senso che quando una persona è valida non ha bisogno di distinzioni di sesso per essere apprezzata e spero che sia la sua città, la sua comunità, la prima ad apprezzarla. Lei ha lavorato fianco a fianco con Maroni da Sottosegretario al Welfare, ha vissuto momenti difficili e affrontato questioni scottanti senza cercare piedistalli come fanno in molti, solo per lavorare bene e per gli altri e sono estremamente convinto che sia più Arezzo ad aver bisogno di Grazia Sestini sindaco piuttosto che Grazia Sestini ad aver bisogno di fare il sindaco di Arezzo”. Un gioco di parole che chiarisce alla perfezione la necessità di un’alternativa all’attuale amministrazione e soprattutto che questo cambio di passo va in un’unica direzione: Grazia Sestini. L’onorevole Mantovano ha chiuso il suo intervento evidenziando come il Ministero dell’Interno collabori con tutte le amministrazioni senza distinzione di colore politico ma chiarendo che si lavora meglio se c’è sintonia e con Grazia Sestini c’è. Collaborazione e sicurezza sono i due temi che hanno dato il la al discorso elettorale del candidato PDL che ha subito puntato il dito contro Fanfani. “Due anni fa il consigliere regionale Ammirati (allora nel gruppo consiliare in Comune) – spiega la Sestini – presentò al sindaco un’interrogazione sulle procedure per l’attivazione del patto territoriale per la sicurezza a cui Fanfani non ha mai risposto nascondendosi dietro al fatto che Arezzo fosse città sicura. Poi sono arrivati alcuni episodi sgradevoli, anche mortali e non ultime le rapine agli orafi. Dopo l’ennesima razzia sono stata io ad andare a Roma a chiedere sostegno al Ministro Maroni che ha immediatamente predisposto il piano d’intervento come avete letto sui quotidiani locali. Si è vero, la nostra è una città tranquilla, ma non dappertutto ed è lì che bisogna rispondere alla domanda di sicurezza: dove vivono gli anziani, le persone fragili, nei quartieri popolari, nelle frazioni”. Dalla sicurezza all’immigrazione il passo è breve. “E’ vincente il nostro modello solidale nei confronti degli immigrati – continua la Sestini – sono il 10% ad Arezzo, molti sono integrati, molti sono imprenditori, ma in molti quartieri questa integrazione non è possibile perché esistono delle concentrazioni che non aiutano la convivenza pacifica e innescano fenomeni di percezione dell’insicurezza che vanno oltre il reale. Parlo di Saione, San Donato, Tortaia. Facciamo i controlli necessari, verifichiamo se in un appartamento per 4 persone ne vivono 10, forniamo strutture adibite a luogo di culto invece di affittare fondi che vengono poi trasformati in moschee. Questi sono tutti doveri del sindaco e sono fondamentali perché esista una convivenza pacifica”. Altro nodo da sciogliere, la questione delle case popolari. “Nella graduatoria per l’alloggio in cui rientrano oltre 700 famiglie – commenta il candidato PDL – nei primi 4 posti c’è solo un italiano. Cominciamo a tenere conto anche degli anni di residenza nell’assegnazione dei posti dove vivere. Solo così i nostri immigrati potranno essere percepiti come la risorsa che realmente sono e non come un costo perché il 63% degli aretini li vede così. La crisi poi, aumenta la mancanza di coesione sociale e dobbiamo scegliere la via giusta per riequilibrare la situazione e riprendere subito quell’iter di interlocuzione con lo Stato”.