Home Politica Altri casi di scabbia al Liceo Psico-Pedagogico in Valdarno

Altri casi di scabbia al Liceo Psico-Pedagogico in Valdarno

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Dopo l’intervento del consigliere regionale della Lega Nord Toscana, Gian Luca Lazzeri, è stato comunicato almeno un altro caso di scabbia al Liceo Psico-Pedagogico di San Giovanni Valdarno, risalente, a quanto pare, a diversi giorni fa. «Sicuramente – commenta Lazzeri –, oggi molti studenti del Liceo non andranno a scuola visto che pare che, diversi giorni fa, sia stato isolato in questa scuola un altro caso di scabbia, o addirittura due. Notizia che, però, salta fuori soltanto ora. Il silenzio crea scompiglio e sfiducia e questo tipo di malattia ha l’obbligo di denuncia. I ragazzi dovevano essere avvisati subito, così come i loro genitori. Si sono sentiti traditi e messi in pericolo».

Per Lazzeri «solo sapendo avrebbero potuto tenere gli occhi aperti sulla possibilità di aver contratto la scabbia. Così sarebbero state prese delle precauzioni, semplici, ma fondamentali, per l’interruzione della catena del contagio».

La scabbia è un acaro che deposita le proprie uova in tutte le superfici, anche solo lievemente porose. Si debella facilmente, se riconosciuta e comunicata, ma altrettanto facilmente la si contrae. «Sembrava una parassitosi ormai sconosciuta – prosegue l’esponente leghista –, ma l’omertà la rende un fenomeno in grande crescita. È frequente in situazioni di mancanza d’igiene e sporcizia. Il bollettino epidemiologico dell’Asl ordina primariamente che il soggetto infestato venga allontanato dalla scuola fino al giorno dopo il termine della terapia e che tutte le famiglie tengano sotto controllo i propri figli. Certo, questo può essere fatto solo se si è a conoscenza delle situazioni.

Le persone basite si chiedono da cosa sia scaturita. Rispondiamo loro che la scabbia non scaturisce, ma viene trasmessa nella maggioranza dei casi da chi, purtroppo, arriva nel nostro Paese come immigrato e viene lasciato in balia di se stesso, che è il vero significato della parola libertà con cui la sinistra si riempie tanto la bocca. Il tutto senza un controllo, senza una quarantena che garantisca il limitare della diffusione di una malattia infettiva o di una parassitosi. Questo – continua Lazzeri – andrebbe a tutela sia del migrante, sia della cittadinanza che lo accoglie. Immediato sarà il mio intervento presso le strutture dell’Asl perché sull’informazione possono operare in regime di supplenza altri organi in caso di omissioni da parte di quelli di competenza. Chiederò al Direttore generale dell’Asl 8 di Arezzo se le procedure previste anche in materia di comportamento sanitario siano state perfettamente seguite. Il fare chiarezza su questi casi è già prevenzione e mi pare sia mancata una debita informazione. Comunque – conclude Lazzeri –, anche le verifiche da parte dei servizi sanitari sono attività di prevenzione».