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Apicoltori, il caldo è un problema sicuramente irrisolvibile

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Roma, 25 ago. (Labitalia) – "Il problema del caldo per le api è sicuramente irrisolvibile". Così Andrea Terreni, vicepresidente Unione nazionale associazione apicoltori italiani (Unaapi), commenta con LABITALIA l'allarme lanciato oggi da Coldiretti delle api stremate dal caldo che hanno smesso di volare e non svolgono più il lavoro di trasporto del polline, mettendo a rischio la produzione di miele. "Da 10 giorni – dice – le api hanno smesso di lavorare. Certo questo non è periodo in cui la laboriosità delle api raggiunge alti livelli, tuttavia uno stop così lungo non c'era mai stato". "Il problema – sottolinea – non si può risolvere neanche spostando le arnie. Le api, infatti, possono essere spostate per un raggio di non meno di tre chilometri, e per molti apicoltori si tratta di una cosa impossibile da fare".
"Per il momento – continua Terreni – si segue la regola di garantire l'ombra agli animali dalle 12 in poi cercando di non fare sentire la sete. Ovviamente è inutile mettere delle ciotole d'acqua, le api impiegano tempo prima di cambiare abitudine e poi si rischia di farle 'scivolare'. Si possono però inserire dei percorsi di acqua su del materiale ruvido come il sughero". "Oltre il caldo – spiega il vicepresidente Unaapi – gli apicoltori devono affrontare il problema della forte moria di animali che c'è stata negli ultimi giorni, soprattutto in Toscana.
Da quando sono iniziati i trattamenti di disinfestazione da parassiti sugli olivi, infatti, le api hanno cominciato a risentirne fino a morire. In commercio, ora vengono messi dei prodotti realizzati con insetticidi dagli effetti dirompenti spesso letali". "Stiamo organizzando – afferma – una campagna di informazione da diffondere tra gli agricoltori, affinchè capiscano i danni causati dall'uso di certi prodotti. A settembre partiremo con questa iniziativa, in occasione dell'annuale festa dei produttori italiani che si tiene a Montalcino (Siena)".

Articlolo scritto da: Adnkronos