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Arezzo, i ristoratori chiedono il rispetto degli accordi

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Il presidente Andrea Fazzuoli in nome e per conto della categoria dei ristoratori aretini chiede che questi eventi siano organizzati nei momenti in cui la città ha bisogno di richiamare presenze, non quando queste ci sono comunque: in questo caso si tratterebbe solo di concorrenza sleale.

“Siamo lieti, e di questo diamo atto al direttore Marinoni e all’Assessore Colangelo, che la “querelle” sul Mercato Internazionale si sia positivamente risolta con la conferma del regolare svolgimento nella data prevista. Il terzo fine settimana di ottobre è infatti per la città un periodo “morto”, nel quale iniziative di questo genere possono essere utili a richiamare gente in città, come in effetti avviene con il Mercato Internazionale, anche se magari non direttamente nelle nostre attività.

Quello che ci stupisce è che l’Assessore Colangelo, che pure con noi, grazie all’impegno dell’Ascom, aveva siglato un accordo che ci pareva soddisfacente (“Pace fatta tra ristoratori e comune”) insiste invece ora nel sostenere l’opportunità di iniziative incentrate sul “cibo di strada” o altro in concomitanza con la Fiera Antiquaria. Qui sta il problema, sul quale eppure ci erano state date assicurazioni, che noi vogliamo ribadire e sottolineare con forza.

Se le iniziative di quel tipo, si svolgono nei momenti in cui ad Arezzo c’è meno gente ed è opportuno richiamarne altra in città, la loro utilità è evidente a tutti e noi siamo d’accordissimo che questo avvenga. Anzi, siamo volentieri disponibili, come abbiamo garantito all’Assessore, a mettere a disposizione tutta la nostra esperienza e le nostre professionalità.

Al contrario organizzare eventi sulla somministrazione chiamando altri operatori, di strada o meno, a sostituirsi a quelli tradizionali in momenti in cui, come nel caso della Fiera, le presenze ad Arezzo ci sono già in numero considerevole, questo rappresenta solo una forma di inaccetabile concorrenza sleale nei confronti dei ristoranti e di quelle botteghe della somministrazione anche veloce che questo mestiere lo fanno 365 giorni all’anno, ma che trovano proprio nella domenica di Fiera la loro principale ragione di esistere e di far quadrare i propri conti.

In questo caso il Comune contribuisce solo ad una intollerabile azione di concorrenza sleale drenando le nostre attività della loro potenziale clientela e indirizzandola verso operatori occasionali. Troppo facile essere presenti in città solo nelle occasioni in cui la torta è ricca e poi lasciarci quando la gente se ne va.

Senza considerare poi un altro aspetto che la realizzazione di queste iniziative in luoghi decentrati come il Prato comporta, spingere cioè le presenze e i flussi commerciali fuori dal centro storico. Quando il problema della città in queste occasioni è casomai quello inverso, cioè spalmare meglio e in modo più uniforme in tutto il centro storico le presenze della Fiera. Per questo occorre, e quest’appello è rivolto al Comune e alla nostra Associazione di categoria perché si faccia sentire, che si riapra rapidamente il tavolo delle trattative visto che la “pace” siglata con l’Amministrazione è da questa evidentemente già disattesa”.