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Arriva l”E. colimetro’, dal pediatra 10 sintomi da tenere d’occhio

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Arriva l”E. colimetro’, dal pediatra 10 sintomi da tenere d’occhio

Roma, 6 giu. (Adnkronos Salute) – In tempo di allarme da batterio killer, i mal di pancia dei piccoli rischiano di scatenare l'ansia delle madri. "Premesso che, considerato il fatto che questo appare circoscritto, è poco probabile imbattersi oggi in Italia nel ceppo di E. coli che sta allarmando l'Europa, esistono 10 sintomi da tenere d'occhio per capire se è il caso di preoccuparsi". Parola del pediatra di Milano Italo Farnetani, che ha messo a punto un 'E. colimetro' in 10 punti, in grado di indicare le probabilità di trovarsi di fronte a una sindrome emolitico uremica (Seu). "Questa sindrome – ricorda l'esperto all'Adnkronos Salute – è accompagnata nel 95% dei casi da diarrea e questo deve essere il primo sintomo che i genitori devono osservare.
E' chiaro che l'assenza di diarrea fa diminuire le probabilità che si tratti di sindrome emolitico uremica, mentre la presenza dei sintomi descritti in seguito, che possono rientrare nel quadro clinico della malattia, aumentano la probabilità. E più sono presenti contemporaneamente, più salgono i rischi che il bambino presenti una sindrome emolitico uremica", spiega Farnetani. Su questa base "si possono stilare 10 'spie' che i genitori possono e debbono osservare. Quando almeno uno è presente in associazione alla diarrea, occorre avvertire il medico.
Ma se alla diarrea si aggiungono due sintomi la probabilità di Seu è bassa, se se ne sommano cinque è media, mentre da sei a nove è alta".

1) Diarrea. E' presente nel 95% dei casi, perciò è il sintomo che più degli altri orienta verso la sindrome emolitica uremica. Nel 5% dei casi però non è presente. In caso positivo i genitori devono avvertire il medico, anche se è presente uno solo dei successivi sintomi;

2) Sangue nelle feci. In corso di sindrome emolitico uremica, è presente nel 70% dei casi già dal secondo giorno di diarrea;

3) Più di otto scariche al giorno;

4) Muco nelle feci;

5) Diarrea che dura più di cinque giorni;

6) Dolore addominale;

7) Vomito;

8) Febbre superiore a 38,5°;

9) Urina scarsa: cioè il bambino, se porta il pannolino, ne bagna meno di sei al giorno, mentre se è più grande resta più di 18 ore senza urinare;

10) Tenesmo rettale: termine con cui si identifica la stimolazione a evacuare senza emettere poi feci.

Articlolo scritto da: Adnkronos