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Arrivano soldi importanti per le imprese artigiane

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Arrivano soldi importanti per le imprese artigiane

Arezzo – Grande soddisfazione da parte della Federazione Legno Arredo di Confartigianato Imprese per la firma datata 4 gennaio 2011 e apposta dal ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, al nuovo decreto per la internazionalizzazione delle imprese artigiane. Confartigianato Legno Arredo, nelle persone del presidente nazionale di Federazione, Domenico Gambacci e del delegato Giovanni Pieracci, presidente umbro sempre della stessa Federazione, hanno lavorato per oltre un anno alla realizzazione di un progetto interregionale che porterà un ammontare di 5 milioni di euro a disposizione delle aziende del comparto. Una vera e propria boccata di ossigeno per le tante realtà dislocate nella Provincia di Arezzo e Perugia, che negli ultimi tempi hanno segnato il passo a causa di una fase economica congiunturale tutt’altro che favorevole. Martedì scorso, il presidente Gambacci e il delegato Pieracci si sono recati a Roma per un incontro con i funzionari del Ministero, nel corso del quale sono stati chiariti i termini di adesione per questi fondi export, che con sorpresa e soddisfazione dei medesimi potrebbero essere disponibili nel giro di pochissimi mesi, cioè fra la tarda primavera e l’inizio dell’estate. In un momento così particolare, offrire alle aziende la possibilità di usufruire di denaro a fondo perduto – attraverso il quale far conoscere le proprie produzioni, partecipare a fiere e redigere cataloghi – significa restituire concrete speranze non soltanto agli imprenditori, ma anche alle maestranze impiegate nel comparto. “Nel mondo artigiano non esiste la distinzione rigida fra datore di lavoro e operaio – sottolinea il presidente Gambacci – perché siamo una grande famiglia quindi gioiamo e piangiamo tutti assieme, ma non abbandoniamo mai la barca quando sta per affondare. Il fatto che finalmente anche la politica capisca l’importanza dell’artigianato per l’economia italiana è da ritenere un grande segnale di apertura perché – lo ribadiamo in maniera presuntuosa – l’artigiano resta la parte sana dell’economia del Paese Italia: non delocalizza, prepara figure professionali specializzate di alto livello e porta avanti tradizione e cultura di territorio”.