Home Attualità Attiva digestione per 20% italiani, alimenta ansia e stress

Attiva digestione per 20% italiani, alimenta ansia e stress

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Chicago, 10 mag. (Adnkronos Salute) – Rigurgiti, bruciore al petto e allo stomaco, sensazione di pienezza, gonfiore, dolore. La cattiva digestione affligge un esercito di italiani: "Due su dieci, secondo le stime. Un'epidemia della società del benessere che spesso è abbinata a sovrappeso, obesità e stress". Parola di Michele Cicala del Campus Biomedico di Roma, che fa il punto sui problemi di digestione dei connazionali a margine della Digestive Disease Week, in corso a Chicago. Non sono solo gli italiani a digerire male. "Si tratta di un problema diffuso nella popolazione occidentale, che presenta due aspetti: o lo stomaco non riesce a svuotare bene il suo contenuto, o si soffre di reflusso gastroesofageo", precisa il medico. I fattori psicologici hanno un ruolo importante, sia nell'origine che nel peggioramento dei sintomi. "I disturbi sono strettamente legati ad ansia e stress – sottolinea Cicala – Questo tipo di disturbo cronico, infatti, genera ansia. Si temono brutte figure, si ha paura di non trovare il bagno quando serve, o si pensa di avere una malattia grave, come un tumore o un attacco cardiaco. Questa tensione, a sua volta, aumenta la percezione del dolore. Le donne sono più colpite, forse anche perché il tubo digestivo femminile è più ricco di recettori, e dunque più sensibile. Nel caso delle complicanze da reflusso, invece, gli uomini sono predominanti: il rapporto è di tre a uno". Si tratta di fastidi spesso sottovalutati, che però "hanno un impatto enorme sulla qualità della vita e sulla produttività: i pazienti, infatti, di rado riposano bene, e al mattino la loro performance è ridotta". La buona notizia è che oggi delle metodiche nuove consentono agli specialisti di capire con precisione quale sia la causa dei sintomi. "Pensiamo alla pH-impedenzometria e alla manometria ad alta risoluzione, due metodiche protagoniste di numerose sessioni del congresso americano, utili per identificare i casi di reflusso. La diagnosi di dispepsia, invece, è ancora oggi piuttosto difficoltosa, perché molto dipende dalla percezione del singolo paziente: per alcuni l'aria nella pancia, da sola, è causa di notevole dolore". Dal punto di vista della terapia, "esistono rimedi farmacologici che riducono l'aria nello stomaco, o i procinetici, che ne accelerano lo svuotamento. E' in arrivo – prosegue Cicala – una nuova categoria di medicinali, i modulatori della sensibilità. Si tratta di farmaci attualmente in fase II di sviluppo, dal costo elevato, che dovranno essere prescritti dallo specialista post-diagnosi, perché 'cancellando' il dolore possono celare la presenza di problemi differenti, come un'appendicite o delle lesioni tumorali". Per questo motivo, ribadisce, andranno prescritti solo dopo essere arrivati con certezza a una diagnosi. Nei casi di reflusso, "la chirurgia offre un'opzione di trattamento. Oggi poi gli interventi sono meno invasivi del passato". E se la dieta è un must per le persone in sovrappeso, ci sono tre cose che chi soffre di reflusso dovrebbe evitare: "Cioccolato, menta e nicotina – raccomanda l'esperto – che inibiscono lo sfintere esofageo e favoriscono il reflusso. Mentre chi ha problemi di acidità dovrebbe fare attenzione ai pomodori: sono più acidi di arance o limoni". E se al congresso si è parlato molto di questi temi e dell'elevato consumo di farmaci anti-acido, "negli Stati Uniti si è visto anche che i costi sanitari collegati alla cattiva digestione sono particolarmente elevati, in particolare per i ricoveri notturni: non di rado ai pazienti capita di patire dolori al petto tipici dell'infarto, che spingono i medici a sottoporli a una batteria di test ed esami cardiologici".

Articlolo scritto da: Adnkronos