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Avanzamenti di livello dei funzionari del Comune di Arezzo

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Avanzamenti di livello dei funzionari del Comune di Arezzo

Arezzo – Luigi Lucherini, candidato a sindaco per la lista civica Progetto per Arezzo, ha commentato le graduatorie stilate dal Comune riguardanti gli avanzamenti di grado dei funzionari interni.
“Anche al Comune di Arezzo, secondo le disposizioni della riforma Brunetta, i dipendenti vengono valutati sulla base della performance dimostrata sul posto di lavoro nel corso dell’anno. Dagli scatti di livello per anzianità, si è passati ai premi di produttività per i migliori e i più meritevoli. Il problema è però giudicare con equità e imparzialità il rendimento del dipendente, utilizzando un metro di giudizio uguale per tutti.
Al Comune di Arezzo ci risulta che l’esito della selezione per la progressione di livello dei funzionari, si sia concluso fra le polemiche e il malcontento. Gli atti dell’amministrazione, infatti, prevedevano che la progressione orizzontale della cosiddette categorie D, avrebbe dovuto garantire l’accesso al livello superiore non a tutti indistintamente, ma solo fino all’esaurimento delle risorse economiche messe a disposizione, pari a 85mila euro. In pratica, un dipendente ogni dieci. Il problema è venuto a galla quando la dirigenza del Comune, quasi alla chetichella e senza la dovuta pubblicità per gli interessati, ha affisso le graduatorie al termine delle selezioni. In quel momento i dipendenti hanno trovato un’amara sorpresa, accorgendosi di essere stati giudicati non secondo principi meritocratici, ma in maniera totalmente diversa gli uni dagli altri.
Vi sono casi di dipendenti in congedo per maternità, non presenti in ufficio nel 2010, promosse al livello superiore. E dipendenti, allo stesso modo assenti per maternità, neppure valutate perché non “misurabili” dai parametri interni. Oppure vi è il caso della dipendente che “pur nella dotazione organica dell’ufficio, ha partecipato parzialmente al perseguimento dell’obiettivo in quanto segretaria dell’assessore”. Promossa pure lei, sempre in barba al concetto meritocratico.
Per inclinazione ed esperienza personale, crediamo che il grado di arbitrarietà, nel metro di giudizio della produttività dei dipendenti, debba essere ridotto al minimo, così come riteniamo indispensabile che chi viene valutato sappia bene cosa la struttura si attende da lui in termini di professionalità, competenze e obiettivi da raggiungere, cosa che non sta accadendo al Comune di Arezzo. La discrezionalità mette in moto il meccanismo perverso secondo cui vengono favoriti gli amici degli amici, un malcostume che ci trova fermamente contrari”.