Home Attualità Bibbiena: le scale mobili sono una priorità?

Bibbiena: le scale mobili sono una priorità?

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AREZZO – Dirò un cosa impopolare. Ma qualche volta meglio rischiare l’impopolarità, che il conformismo politico/culturale.

Se c’è una aspetto che caratterizza la nuova amministrazione bibbienese è l’impressionante continuità programmatica con la giunta Ferri. E questo non significa che sia un male. Anzi. Da un punto di vista istituzionale è importante che ogni amministrazione valorizzi il lavoro precedente e garantisca continuità laddove le scelte siano condivise.

Le scale mobili per raggiungere il Centro Stoico di Bibbiena sono state uno dei cavalli di battaglia dell’ultima giunta Ferri, che ne aveva avviata la progettazione e programmato il finanziamento.

Già in quella occasione mi provai a obbiettare che, per quanto il progetto potesse essere interessante e accattivante, non lo ritenevo una priorità per Bibbiena.

Sarebbe strano se oggi, con una situazione di bilancio preoccupante, non sostenessi la stessa opinione di fronte alla riproposizione in gran pompa del progetto da parte della Giunta Bernardini, presentato come una novità (che tale non è).

Oltretutto mi domando se è stato fatto un calcolo sui costi di gestione. Come insegna l’esperienza aretina, il problema non è costruirle, ma mantenerle!

Il Centro Storico di Bibbiena si sta svuotando di attività e sembra ogni giorno più “smorto”, più silenzioso e più vuoto. Non saranno certo le scale mobili a ridargli vita. Richiederebbe un progetto complessivo di valorizzazione e di rivitalizzazione. Ma, nonostante i diversi progetti avviati, stento a vedere un’idea portante di questa amministrazione volta a ridare vitalità a Bibbiena centro.

Lo stesso project financing per San Lorenzo (unito alla nuova scuola di Soci) più che una soluzione operativa, sembra una scappatoia facile e di moda per nascondere una povertà culturale. Una mancanza di idee.

Oggi, nelle oggettive difficoltà finanziarie dei comuni, rese drammatiche dalle ultime scelte governative, sembra che il project financing sia la bacchetta magica per risolvere tutto. Ma non è così e spesso in realtà determina una privatizzazione di beni pubblici con pesanti (e per lungo tempo) oneri per gli stessi enti. Non è un caso che molte realtà che hanno seguito questa strada “innovativa” poi si sono trovate in grandi difficoltà e in costi maggiori di quelli di un normale mutuo. E nel bando del Comune il Convento di San Lorenzo verrebbe privatizzato per ben 99 anni.

Il fatto, poi, che lo stesso bando, per quanto riguarda San Lorenzo, lasci aperte per l’eventuale privato qualsiasi scelta di destinazione, può facilitare apparentemente l’intesse dei privati all’operazione, ma non è detto che questo porti alle soluzioni più opportune e più utili.

Ho letto la soddisfazione dei nostri amministratori per i (modesti) contributi ottenuti (in modo tradizionalmente clientelare) dal governo centrale per il recupero dei giardini. Da ex amministratore so benissimo che i finanziamenti si cercano e si accettano da chiunque sia disponibile a darli. Ma anziché queste misere elemosine, avrei voluto che il comune di Bibbiena, ad un governo amico come ritiene quello di Berlusconi, anziché chiedere elemosine da strapaese, avesse chiesto un serio finanziamento per il recupero di San Lorenzo su un’idea progettuale discussa e condivisa con la cittadinanza.

Ma invece dobbiamo accontentarci di scale mobili, così come voleva la giunta Ferri, per portarci in un centro che vedo sempre più triste e vuoto, sempre più privo di iniziative, nonostante l’impegno di alcune associazioni.

Sicuramente mi sbaglio e tutti saranno felici di arrivare in via Berni da via S. Maria con le scale mobili.

Allora…..buona passeggiata.