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CasaPound Arezzo: Brezzi, Renzino e i 6 mila denari

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CasaPound Arezzo: Brezzi, Renzino e i 6 mila denari

Arezzo – A fronte della lettera diramata in data odierna dal novello araldo Marco Paolucci, esimio presidente della Commissione Cultura di Arezzo, apprendiamo che l'Assessore Brezzi ha generosamente investito 34.000 euro per l'acquisto di libri per conto del Comune di Arezzo.

L'illustre Professore ha, così sembra da quanto riportato dal nunzio Paolucci, spiegato nel dettaglio le motivazioni che lo hanno spinto all'acquisto di questi prestigiosi volumi, di indubbia importanza e chiaramente apprezzati dalla cittadinanza pagante.

Il nostro Prof. afferma tra l'altro: “Mi permetto di ricordare come molti di questi volumi, data la loro qualità sono stati ampiamente e positivamente recensiti sulla stampa nazionale e su riviste”.
A questo punto non possiamo che soffermarci su Renzino e sul prestigioso libro di Salvatore Mannino recensito sulla stampa nazionale (qualche esempio di grazia?), per il quale il nostro Prof. ha deciso di investire un quinto della cifra totale impiegata per l'acquisto di libri in due anni dal nostro Comune.

E quindi..

Basterebbe Renzino a fare la gloria d'Italia e Renzino bel suol d'amore, infine, fra le tante Tu non vedrai al mondo nessuna cosa maggiore di Renzino. Poeti, scrittori e filosofi fin dalla nascita della nostra fiorente civiltà si sono dilettati nel decantare le lodi della splendida Renzino, culla di bellezza e grazia, cuore d'Italia…mah, un attimo…che cos'è e dove si trova Renzino? diranno i più a ragione.

In effetti per portare agli onori della cronaca questo gruppo di case poste alle porte di Foiano, nella più profonda Val di Chiana aretina, noto solo per il circolo del PCI – ora PD – e per la festa dell'Unità, adesso riconvertita in più salutare Festa Democratica/Sagra del Cacciucco – un perché ci sarà…-, serviva giusto il duo Brezzi Mannino, che novelli Cugini di Campagna si sono spinti oltre le soglie del contado aretino per rinverdire una storia che la provincia tutta aveva cercato di dimenticare quanto più in fretta possibile già un'ottantina di anni fa: la strage perpetuata da un gruppo non meglio definito di “contadini” e “braccianti” ai danni di un gruppo di fascisti, che stavano andando a fare propaganda in quelle zone.

E fin qui tutto bene – almeno per spiriti moderati e super partes come quelli dei signori Brezzi e Mannino, d'altronde “uccidere un fascista non è reato” – , se non fosse per lo scempio al quale i cadaveri furono sistematicamente sottoposti, con recisione degli arti ed asportazione dei bulbi oculari, ed i fatti drammatici che ne conseguirono, in un crescendo di violenze e faide, che finirono con il segnare definitivamente la guerra civile nella vallata.

E guarda che ti fanno Brezzi e Mannino! I novelli Sherlock Holmes e Watson de noialtri, sulle note di Anima mia torna a casa tua, in un momento di “grave crisi” della cultura cittadina e di “taglio sistematico del governo” ai fondi stanziati per essa, vanno a sciacquare i panni nell'Esse, e – udite udite – visto che come insegna il buon Camillo pecunia olet, investono 6000 euro – pagati dagli Aretini ovviamente – in un progetto storico di dubbia attendibilità, del tutto contingente e come al solito condito di quel buon politicamente corretto che tanto piace ai nostri demo – cancheri.

Ne nasce Un domenica di sangue, monografia storica dal titolo altisonante, che fa tanto pensare alla Sunday bloody sunday irlandese, ma che invece oltre ad essere il solito polpettone strappalacrime tarallucci e vino, apre non pochi interrogativi sui criteri di assegnazione dei fondi pubblici per il suo acquisto, anche se, in fondo, si sa che ciò che conta meno in questo tipo di operazioni sono proprio i parametri culturali.

Non ce ne voglia l'emerito preside della Facoltà di Lettere di Arezzo, ma le Vasarianae disputationes di qualche mese fa rappresentano un esemplare precedente in tale senso, e, guarda caso, chi c'era di mezzo se non proprio lui, novello Epicuro dotato del Pionta come Giardino (zoologico)?

Gradiremmo dunque, a nome di tutti gli Aretini “cattivi” come noi, una risposta ufficiale del Prof. Camillo Brezzi, ricordandogli che nel caso volesse indire, come già fatto in precedenza, una pubblica conferenza con tanto di copioso sudore per giustificare il suo operato, saremmo pienamente felici di presenziarvi, e nel caso potessimo suggerirgli data e luogo, opteremmo di sicuro per il periodo compreso fra il 20 Febbraio ed il 13 Marzo, periodo nel quale a Foiano della Chiana, capoluogo della sua cara Renzino, si svolge il celebre Carnevale.

Mai altro contesto potrebbe essere più azzeccato.

Shakespeare, Giulio Cesare, IV atto: “Ci rivedremo a Renzino”

Articlolo scritto da: Ufficio stampa CasaPound Italia Arezzo