Home Attualità Salute Chiama il 118 e ‘chiede’ di usare l’ambulanza come un taxi

Chiama il 118 e ‘chiede’ di usare l’ambulanza come un taxi

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AREZZO – Potrebbe sembrare una barzelletta, ma purtroppo non lo è. Si inserisce nel poco civile quadro di quanti chiamano i servizi di emergenza senza averne ragione, o peggio ancora, facendo dei veri e propri scherzi che altro non sono che pericolose operazioni che possono portare anche a vere tragedie; chiamare una ambulanza in un posto per un evento che non c’è stato, può sguarnire le postazioni in momenti di reale bisogno. C’è ancora chi si diverte così, ma per fortuna il fenomeno è in diminuzione e la centrale del 118 è fornita di un sistema in grado di riconoscere i numeri dei chiamanti.
Ma l’ultimo episodio avvenuto rasenta davvero l’assurdo, e questa volta avrà conseguenze giudiziarie.
Ieri sera un signore di 53 anni, che si è presentato con tanto di nome e cognome e indirizzo alla centrale 118, ha chiesto l’intervento di un mezzo di soccorso perchè stava male. Ha spiegato che si trovata nell’area di servizio Lucignano Ovest in Autosole.
L’operatore della centrale ha chiesto anche particolari sul tipo di malore e dalla descrizione dell’uomo era chiaro che questi aveva bisogno di cure. Sul posto è stata inviata una ambulanza con medico a bordo. Quando i sanitari hanno chiesto all’uomo di riferire meglio le sue condizioni, ha dichiarato: “Niente niente, ora sto bene, mi ero agitato perché ero con una comitiva in pullman. Ci siamo fermati e poi il pullman è partito lasciandomi qui. A questo punto vi chiedo di portarmi al casello valdichiana dove c’è il pullman diretto a Roma che mi aspetta”.
Medico e equipaggio dell’ambulanza sono ovviamente trasecolati, chiedendo a questa persona se si rendeva conto del suo atteggiamento di cosa aveva fatto: impegnare una ambulanza annunciando un forte malore, in buona sostanza per farsi portare rapidamente al casello Valdichiana. Una ambulanza usata come un taxi, e magari a costo zero.
L’uomo non è stato accompagnato ed anzi, questa mattina, il direttore della centrale del 118, Massimo Mandò, ha deciso di prendere carta e penna e presentare una denuncia-querela afinché l’autorità giudiziaria valuti se è il caso o meno, innanzitutto, di far pagare il servizio (44 minuti di ambulanza impegnata con tutto il personale e l’attivazione della ambulanza di riserva nella postazione fissa, costa circa mille euro) e poi capire se ci sono anche gli estremi per una sanzione di natura penale.