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CNA: ‘la crisi non allenta: il governo deve dare risposte rapide’

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CNA: ‘la crisi non allenta: il governo deve dare risposte rapide’

Arezzo – “Staremo a vedere i fatti rispetto agli annunci del Governo sulle misure per il rilancio dell’economia – afferma Andrea Sereni, Presidente provinciale di CNA. In un clima politico generale tutt’altro che sereno e produttivo, siamo ancora in attesa che vengano affrontati i temi centrali del paese, quelli sui quali le famiglie e le imprese si attendono, legittimamente, risposte concrete e rapide. I temi centrali rimangono le opere pubbliche, il lavoro, la ricerca e le politiche fiscali. Le aziende chiedono al Governo e al Parlamento di dimostrare, con i fatti, di essere impegnati nel compito fondamentale che è quello del rilancio dell’economia e quindi del sostegno all’occupazione”.
Il tema della riforma della Carta costituzionale è indubbiamente importante ma per rilanciare seriamente l'economia, bisogna far ripartire le infrastrutture, investire in ricerca e innovazione e soprattutto mettere mano ad una riforma fiscale che abbassi le tasse su imprese e lavoratori, evitando il rischio, che già s’intravvede, di un aumento delle imposte con il federalismo fiscale.
CNA si attende che vengano varate misure chiave. La riforma della Costituzione è un manifesto utile, ma per tornare ad una crescita superiore al 2% serve di più e cioè lo sblocco dei fondi per le infrastrutture, una riforma fiscale, le liberalizzazioni.
“Siamo di fronte a segnali di forte sfiducia da parte degli imprenditori – sottolinea Sereni. Prendiamo ad esempio il piano casa: se ne parla da anni, ma gli intralci burocratici ne hanno di fatto bloccato l'attuazione. È anche essenziale che riparta il volano delle infrastrutture: non solo le grandi opere, ma i piccoli cantieri, che si possono aprire subito, fermi anche a causa dei vincoli dal Patto di stabilità. Ma il comune denominatore tra le esigenze delle imprese è una riforma fiscale, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica: la strada per far crescere di nuovo la domanda interna, ferma da troppo tempo. Un motore essenziale per quelle Pmi che non riescono ad andare sui grandi mercati emergenti. Meglio ridurre le tasse che redistribuire le risorse che si generano con il fisco”.
Non serve, quindi, una modifica della Costituzione per rilanciare l'economia. “Vorremmo misure che possano incidere immediatamente. Un intervento possibile in tempi brevi è la revisione del Patto di stabilità degli enti locali. Anche quelli virtuosi che hanno soldi in cassa sono paralizzati. Non possono pagare i fornitori, non possono dare il via a quelle opere infrastrutturali sul territorio che sono importantissime per smuovere la realtà locale di piccole aziende, in tutti i settori”.