Home Politica Come passare da nuove Acque alla gestione pubblica

Come passare da nuove Acque alla gestione pubblica

0
Come passare da nuove Acque alla gestione pubblica

Arezzo – I consiglieri Tulli (Sel), Barone (IdV) e Rossi (Sinistra per Arezzo) presenteranno lunedì al Consiglio comunale un atto d’indirizzo per la nuova gestione pubblica dell’acqua.
Nel testo chiedono “di avviare con gradualità un processo di verifica per la fuoriuscita dal sistema pubblico/privato Nuove Acque, tenuto conto anche dell’illegittimo ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque SpA, certificato dagli stessi avvocati di AATO 4”. Propongono di affidare, proprio sulla base degli effetti del referendum, “ad una Commissione interdisciplinare ad hoc istituita, lo studio del suddetto processo, concertandone la nomina ed invitando a parteciparvi anche esperti di fiducia della totalità dei comuni facenti parte di ATO 4, nelle forme ritenute più opportune per efficienza, efficacia ed economicità”.
Tulli, Barone e Rossi chiedono poi di procedere “alla costituzione di una commissione speciale del Consiglio comunale per la rivisitazione del servizio idrico nel nostro territorio in direzione della sua ripubblicizzazione e del rispetto dell’esito referendario. Tale commissione, come previsto dall’art. 14 del Regolamento del Consiglio Comunale dovrà avere carattere referente, sviluppare indagine conoscitiva con audizione di vari soggetti (ente gestore, organi di controllo, comitato per l’acqua pubblica, esperi in materia, ecc.) con durata massima di tre mesi al fine di relazionare al Consiglio comunale per le specifiche deliberazione conseguenti e le iniziative comuni con altri consigli comunali del territorio”.
Nel caso emerga la concreta possibilità della ripubblicizzazione del servizio prima della scadenza naturale, i tre consiglieri affermano che “la strada migliore per la gestione del servizio in questione è rappresentata da Consorzi Pubblici o Aziende Speciali, prevedendo al contempo la più larga partecipazione democratica delle cittadine e dei cittadini utenti”. Chiedono infine a Nuove Acque Spa “la revisione immediata delle tariffe, alla luce dell’abrogazione della norma sulla “adeguata remunerazione” del 7% capitale investito”.
“Queste proposte – concludono Tulli, Rossi e Barone – sono la diretta conseguenza degli esiti dei referendum del 13 e 14 giugno, che hanno sentenziato politicamente ed in modo inequivocabile la volontà della grande maggioranza del popolo italiano di voler affidare la gestione (oltre che la proprietà) dei Servizi Pubblici Locali – in primis del Servizio Idrico Integrato – ad enti totalmente pubblici, senza la partecipazione di società private. Il primo effetto dei referendum consta nell’abolizione dell’art. 23bis del D.L. n. 122/2008 e del suo Regolamento attuativo (DPR 168/2010). Si è creato un vuoto normativo che dovrà essere colmato da una nuova legge, che dovrà evidentemente rispettare il risultato referendario, tendente ad una gestione del tutto pubblica e partecipata del servizio. La legge dovrà – al fine di uniformarsi allo spirito dei Referendum – trarre linfa vitale dalla proposta di legge di iniziativa popolare presentata in Parlamento nel 2007, della quale fu avviata la discussione il 22.1.2009 ma subito accantonata, recante in epigrafe “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico”, per la quale furono raccolte oltre 400.000 firme.