Home Attualità Conigli fluorescenti e fiori dal Dna umano… non test ma Art Biotech

Conigli fluorescenti e fiori dal Dna umano… non test ma Art Biotech

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Torino, 16 ago. – (Adnkronos) – Fiori dal Dna umano, conigli fluorescenti come le meduse del Pacifico, canarini in grado di comunicare a distanza con le piante. Non sono esperimenti da laboratorio, ma le opere ibride e transgenetiche frutto della sperimentazione iniziata alla fine degli anni Novanta da Eduardo Kac, controverso pioniere dell'Art Biotech e della Transgenic art, per la prima volta al centro di una mostra italiana:"Living works", fino al 25 settembre al Pav – Parco di Arte Vivente di Torino. La filosofia: allontanarsi dalla visione utilitaristica della scienza, volta solo al perfezionamento delle specie, per accostarsi alla biodiversità come alternativa praticabile. I risultati non sono, però, meno estremi. Tanto che per comprendere le sue realizzazioni bisogna familiarizzare con concetti come biotecnologia e fusione genetica, e non stupirsi se, al posto di tele e pennelli, ci troviamo di fronte a capsule di Petri e provette.
E ad opere come "Edunia", risultato della fusione transgenica tra una petunia e il Dna di Kac. Per questo recente studio dell'artista carioca classe 1962 (il titolo dell'opera è il risultato del nome dell'artista, Eduardo, più quello della pianta), la sequenza di Dna umano introdotta nel codice genetico del fiore proviene dall'immunoglobina del sistema immunitario di Kac. Il risultato non è l'antropomorfizzazione del fiore, ma questo non basta a evitare le polemiche.
Le opere di Kac, infatti, sollevano questioni di ordine bioetico sulla legittimità dell'utilizzo, per fini artistici, delle pratiche di pertinenza esclusiva dell'ingegneria genetica. L'Arte transgenica, infatti, si avvale delle tecniche proprie delle biotecnologie e della genetica nel tentativo di manipolare il genoma, creando organismi viventi unici e trasferendo le informazioni genetiche da una specie all'altra. "Il dibattito intorno alla figura di Eduardo Kac – spiega Claudio Cravero, curatore della mostra – è legato in particolar modo a una serie di opere per certi versi problematiche rispetto all'etica corrente, come 'Gfp Bunn', il 'coniglio verde' il cui Dna è stato arricchito con un gene capace di produrre la proteina Egfp, versione potenziata della sostanza che conferisce luminescenza alle meduse del Pacifico". "Transgenico non rappresenta un sinonimo di mostruosità – aggiunge – perché anche senza l'intervento diretto dell'uomo la trasmissione di geni da una specie all'altra fa parte della natura stessa". Secondo il curatore della mostra, in questa direzione si colloca anche "Edunia": "attraverso l'arte transgenica è così prefigurabile una dimensione in cui un primo soggetto possa abitare la posizione di un secondo, riconoscendosi dunque nell'altro in quanto parte costituente". L'intento di Kac, secondo Craverio, è quello di creare dei soggetti transgenici con cui stabilire una relazione capace di modificare la nostra concezione della genetica. L'esposizione dedica spazio anche alla riflessione dell'artista sui principi della "telepresenza", termine scientifico che indica la possibilità di compiere azioni a distanza attraverso un interfaccia. L'opera "Essay Concerning Human Understanding", ad esempio, mette in relazione un canarino e un filodendro: attraverso dei sensori il canto del canarino arriva alla pianta e le influenze elettromagnetiche prodotte dal vegetale sono simultaneamente restituite alla gabbia dell'animale. "Anche se la pianta non è dotata di un'emissione vocale propria – spiega Craverio – grazie all'intermediazione di un sistema tecnologico capace di ricezione e trasformazione in input sonori, ha luogo il dialogo di tipo interspecie, in cui è esclusa la partecipazione dell'essere umano se non come spettatore esterno."

Articlolo scritto da: Adnkronos