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Consiglio Provinciale proposta di legge sulla residenzialità Sociale

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Consiglio Provinciale proposta di legge sulla residenzialità Sociale

Arezzo – Con una seduta in forma aperta il consiglio provinciale ha dedicato la sua attenzione alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla residenzialità sociale, presentata dal Centro Basaglia con l'adesione di enti, tra i quali la Provincia, e numerose associazioni i cui rappresentanti erano presenti in Sala dei Grandi. E' stato il Vicepresidente della Provincia Mirella Ricci a soffermarsi sull'importanza dell'iniziativa: “su questo nodo fondamentale si gioca tantissimo del nostro futuro, per questo mi piacerebbe che ci fosse l'impegno nella raccolta delle firme da parte di tutti i consiglieri, di maggioranza e di minoranza”, ha affermato. A Pier Giovanni Menicatti e Bruno Benigni, del Centro Basaglia, il compito di illustrare i contenuti della proposta di legge “La residenzialità sociale, senza emarginazione”. La proposta di legge si pone l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini della Toscana l’esercizio del diritto di vivere nel proprio domicilio e nel proprio contesto territoriale, anche quando sono in condizioni di fragilità per stati di indigenza, di isolamento, di sofferenza o di invalidità fisica e psichica. La proposta impegna pertanto le istituzioni pubbliche a programmare ed organizzare interventi che garantiscano l’attuazione di tale diritto alla domiciliarità, sia quando la famiglia c’è ed è disponibile, sia quando la famiglia non c’è o non è disponibile. Nel primo caso gli interventi previsti consistono in aiuti alla persona ed al suo nucleo familiare, in modo da garantire il sostegno al reddito, l’agibilità dell’abitazione, l’agevolazione della mobilità, le prestazioni professionali a domicilio, una rete capillare di Centri diurni e di Alloggi di sollievo. Nel secondo caso la legge prevede la realizzazione di piccole strutture residenziali che possono assumere varie tipologie per auto e non autosufficienti, garantendo comunque in ogni struttura condizioni di vita di tipo familiare e la loro ubicazione in prossimità agli ambiti territoriali di provenienza delle persone che vi abiteranno. “Sottolineo il valore simbolico di questa cittadinanza attiva perché i cittadini si fanno promotori della legge – ha affermato Pier Giovanni Menicatti. L'obiettivo è promuovere una rete a sostegno delle persone, anche perché i processi di esclusione sono aumentati”. Dai banchi dei consiglieri sono intervenuti il capogruppo di SeL Alessandra Landucci, che ha definito la proposta “eccellente, perché il suo principio ispiratore è il pieno rispetto della dignità umana anche nelle situazioni di disagio sia fisiche che economiche facendo si che non si verifichino isolamento e emarginazione”, il consigliere del Pd Letizia Beoni che ha affermato che “porre la persona con i suoi bisogni al centro della costruzione dei servizi ad essa dedicati è una proposta di una modernità e di una lungimiranza encomiabili. Le persone che hanno delle difficoltà devono vivere al centro delle comunità, in quella comunità che con il loro lavoro hanno contribuito a creare”, ha sostenuto Letizia Beoni, mentre il capogruppo dell'Udc Simone Palazzo ha detto che “la proposta di legge è importante e intelligente perché propone un concetto che oggi è diventato merce rara, non dimenticare chi ha bisogno”. Il capogruppo del Pdl Lucia Tanti, infine, ha affermato che nella proposta di legge “c'è una sensibilità che lascia ammirati, al di là di qualche differenziazione di valutazione che ci può essere. Non voglio oggi dire quello che ci piace e che non ci piace, credo soprattutto che si debba lavorare sul piano delle risorse perché nelle pieghe del bilancio della Regione Toscana si devono trovare i soldi per finanziare questi progetti”. Il Vicepresidente Mirella Ricci, ringraziando tutti gli intervenuti, ha concluso invitando ogni consigliere a prendere una scheda e raccogliere le firme, per dare un immediato segnale conseguente a quanto affermato.