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Da 14 giorni consecutivi in piazza al Cairo

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Il Cairo, 7 feb. – (Adnkronos/Aki) – I colloqui tra il governo del Cairo e sei gruppi dell'opposizione (tra cui i Fratelli Musulmani) non hanno soddisfatto il popolo di piazza Tahrir, nel centro della capitale, da 14 giorni consecutivi teatro della rivolta contro l'esecutivo guidato da Hosni Mubarak. Oggi i manifestanti restano accampati nella piazza principale, mentre nel resto della città la vita sta cercando di tornare alla normalita'. Come riferisce l'emittente al Jazeera, il traffico nelle strade è in aumento, in corrispondenza con la riapertuta delle attività commerciali. "C'è molto sentimento popolare al Cairo e c'è molta attenzione in Egitto per quello che i manifestanti stanno cercando di ottenere, ma allo stesso tempo le persone stanno cercando di tornare alla normalità il più possibile'', racconta il corrispondente della tv qatariota al Cairo. ''Ma alcuni dei supermercati, ad esempio, sono ancora chiusi per il timore di saccheggi e le banche sono state aperte ieri solo per poche ore'', aggiunge il giornalista. Intanto i carri armati restano a guardia degli edifici governativi, delle ambasciate e di altre importanti istituzioni nella città. Dal canto suo il presidente Usa Barak Obama, in un'intervista a 'Fox News', si è detto convinto che una transizione politica ordinata in Egitto porterà a un governo che resterà partner degli Stati Uniti. E ha sottolineato come tra i Fratelli Musulmani, il maggior gruppo di opposizione al Cairo bandito dal presidente Hosni Mubarak, vi siano ceppi anti americani. Ma la Fratellanza, ha detto l'inquilino della Casa Bianca, non ha il sostegno della maggior parte della popolazione egiziana. ''Per questo è importante che non crediamo che le uniche due opzioni siano i Fratelli Musulmani o un popolo egiziano oppresso'', ha detto. ''Quello che voglio è un governo rappresentativo in Egitto e ho fiducia che se nel Paese si verifica un processo di transizione ordinato, allora avremo un governo con il quale poter lavorare come partner", ha auspicato Obama, sottolineando come solo Mubarak, salito al potere nel 1981, sa se lascerà presto la presidenza. ''Ma quello che noi sappiamo è che l'Egitto non tornerà indietro – ha detto il leader Usa – Il popolo egiziano vuole la libertà, elezioni libere, un governo rappresentativo, un governo responsabile. Per questo quello che diciamo è che bisogna iniziare la transizione ora''. Gli egiziani devono affrontare innumerevoli ostacoli nella via verso le elezioni di settembre e un'uscita di scena ora di Honsi Mubarak potrebbe complicare piuttosto che aiutare la transizione, è stato invece il cauto ragionamento fatto da Hillary Clinton. "Sono gli egiziani che devono valutare la realtà di quello che devono fare", ha detto la Clinton, riporta l'inviato del 'Washington Post', sottolineando come alcuni leader dell'opposizione ritengono che non sarebbe possibile organizzare partiti ed elezioni nei 60 giorni previsti dall'attuale Costituzione in caso di dimissioni del presidente che farebbe diventare presidente ad interim il presidente del Parlamento. "Ma non possiamo essere noi a dirlo, spetta a loro", ha aggiunto il segretario di Stato che nelle ultime ore ha scelto di insistere nel ripetere che spetta agli egiziani decidere il ruolo di Mubarak non agli americani. Anche forse per riparare alla gaffe diplomatica di sabato quando l'inviato presidenziale in Egitto Frank Wisner ha detto pubblicamente che Mubarak avrebbe dovuto guidare la transizione, costringendo il dipartimento di Stato a prendere ufficialmente le distanze dalle parole del diplomatico. Intanto dovrebbe essere rilasciato nelle prossime ore Wael Ghonim, manager di Google, probabilmente arrestato lo scorso 28 gennaio e ritenuto uno degli organizzatori sul social network Facebook della protesta contro il presidente egiziano. Lo hanno riferito i suoi familiari. "Ci hanno detto che lo rilasceranno e che probabilmente sarà scortato dalle forze di sicurezza", ha affermato Hazem, fratello del manager che è a capo del marketing di Google per il Nord Africa e il Medioriente. Conferme sul rilascio di Ghonim sono giunte anche dall'uomo d'affari, Naguib Sawiris, che ieri ha riferito di un colloquio avuto a questo proposito con il vice presidente egiziano, Omar Suleiman. "Questo ragazzo è un eroe, quando sarà rilasciato diventerà l'eroe di questa rivoluzione", ha dichiarato Sawiris. Ghonim era tornato da Dubai, dove lavora, al Cairo per partecipare al corteo del 25 gennaio indetto per commemorare la morte di un giovane manifestante ucciso ad Alessandria. In molti sono convinti che Ghonim sia uno dei leader del movimento di protesta contro Mubarak in quanto gestore della pagina Facebook usata per fare appello gli oppositori a manifestare.

Articlolo scritto da: Adnkronos