Home Attualità Economia Dipendenti ex Atam, un manifesto che urla rabbia

Dipendenti ex Atam, un manifesto che urla rabbia

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Arezzo – Dipendenti ex Atam contro Lfi. Una diatriba che va avanti da anni, esattamente da quando la seconda ha acquistato dal Comune la prima. Un passaggio, a quanto pare, mai ingoiato dai dipendenti che oggi hanno concretizzato ancora una volta il loro disaccordo nei confronti dell'azienda per la quale lavorano. Infatti è stata piazzata un'Ape Vela proprio sulla rotonda che tutti comunemente chiamiamo dell'Ipercoop, sullo svincolo che conduce alla Setteponti. Sul pannello, vicino alla faccetta di Pinocchio, si legge <<Nascondere la verità. Togliere la dignità. 70 famiglie pretendono giustizia! Il 24 maggio nessun rinvio, distanti da questa politica … avete rispettato questi impegni?" E sotto è ben evidenziato il motivo di tanta rabbia. Significativo è il 24 maggio, data in cui sessantacinque dipendenti ex Atam attendono una sentenza del giudice del lavoro dato che hanno portato in tribunale l'ex vice sindaco Giuseppe Marconi, Lfi ed Atam poichè "non hanno rispettato quanto garantito nel passaggio di proprietà dal Comune alla Lfi – spiega Alfonso Marzi rappresentante sindacale Uil dei dipendenti – Insomma ci aspettiamo una sentenza che finalmente riconosca che i nostri diritti non sono stati rispettati e che non c'è stato un miglioramento del servizio, contrariamente a quanto stabiliva la delibera del Consiglio Comunale in merito alla transazione, così come che non sono state rispettate neppure le leggi che ci tutelano>>. E che cosa dica la delibera del Consiglio Comunale a cui fa riferimento Marzi, si tratta di quella del 28 novembre 2007, è stato scritto sempre dagli ex dipendenti Atam sul pannello esposto sull'Ape Vela: <<Il mantenimento della nuova società, dei livelli occupazionali e dei trattamenti economici vigenti presso l'azienda cedente (Atam, ndr) ai lavoratori coinvolti. Al fine il Comune di Arezzo seguirà attentamente l'evolversi del confronto tra le parti per il conseguimento dell'obiettivo indicato, nonchè per il mantenimento delle condizioni normative in godimento>> ed ancora un altro estratto <<Il conseguimento, nel Comune di Arezzo, del miglior servizio possibile di trasporto pubblico, ferma la facoltà del Comune di sviluppare la propria politica sul trasporto pubblico urbano in assoluta libertà nei confronti dei soggetti deputati alla gestione del trasporto stesso>>. A questo punto al giudice l'ardua sentenza.