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Elezioni regionali in Germania, voto cruciale per la Merkel

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Berlino, 26 mar. – (Adnkronos) – Un sesto dell'elettorato tedesco è chiamato alle urne domani per le elezioni regionali nel Baden-Wuerttenberg – dove la Cdu regna continuativamente dal 1953 – e nella Renania-Palatinato, per quello che viene considerato il test elettorale più importante dell'anno. Un test che si annuncia difficile per Angela Merkel: secondo i sondaggi Forsa socialdemocratici e Verdi dovrebbero conquistare ognuno il 24 per cento delle preferenze nel Baden-Wuerttemberg quindi abbastanza per dare vita ad una coalizione e governare, mentre la Cdu potrebbe contare sul 38 per cento dei consensi. In Renania-Palatinato, secondo Enmid, i Verdi otterrebbero il 14 per cento dei consensi, i socialdemocratici il 37, la Cdu il 34. I cristianodemocratici non riuscirebbero quindi a cacciare l'attuale premier socialdemocratico Kurt Beck. Grigie le prospettive nei due stati per i Liberaldemocratici di Guido Westerwelle, che rischiano di non superare la soglia minima del 5 per cento dei voti richiesta per entrare in parlamento.
Nel Baden-Wuerttenberg, una sconfitta della Cdu sarebbe motivo di grave imbarazzo per il cancelliere Angela Merkel. Ma ci si aspetta un importante spostamento di voti dalla Cdu ai Verdi che hanno conquistato importanti settori della classe media tradizionalmente sostenitori della Cdu. Sindaci ambientalisti già governano due delle principali quattro città dello stato. L'appoggio ai Verdi è salito in modo significativo lo scorso anno quando il movimento ha fatto campagna contro il piano per rifare la vecchia stazione ferroviaria di Stoccarda.
E il disastro nucleare di Fukushima ha esasperato questa tendenza. Il premier dello stato, il cristianodemocratico Stefan Mappus, che l'anno scorso si era proposto come aggressivo sostenitore del nucleare, è stato costretto a confessare un ripensamento: "Ciò che è avvenuto in Giappone mi ha shoccato, costretto a pensare e fatto venire dubbi su alcune delle certezze che avevo", ha dichiarato. Il leader dei Verdi, Winfried Kretschmann, ora punta alla poltrona di premier dello stato. Una sconfitta domani implicherebbe per la Merkel una ulteriore perdita di autorità e forza politica interna, anche perché Verdi e Spd, forti di un'eventuale nuova vittoria, potrebbero ostacolarla ulteriormente al Bundesrat, la Camera alta del parlamento che rappresenta le regioni. Più difficile invece una 'resa dei conti' interna al partito: dopo le dimissioni di Guttenberg, non sembrano esserci figure carismatiche alternative a quella del cancelliere nella Cdu o nella Csu.
Se sul nucleare la Merkel si è trovata progressivamente sempre più indebolita rispetto all'opinione pubblica interna – che l'ha vista prima annunciare l'intenzione di prolungare l'esistenza in vita delle centrali del paese oltre il limite che era stato fissato dal governo Schroeder, poi fare una improvvisa marcia indietro a seguito dell'incidente a Fukushima – le critiche interne che si è procurata per aver scelto di astenersi in sede di voto alle Nazioni Unite sulla risoluzione per la Libia non tolgono che la maggior parte dei tedeschi la appoggi in questa decisione.
Stando ad un sondaggio Enmid per Focus reso pubblico oggi il 56 per cento dei tedeschi era d'accordo con la scelta del cancelliere, il 36 per cento contrario. Durissimi invece sono stati i commenti politici, anche di esponenti della Cdu: l'ex ministro della Difesa Volker Ruehe, ha definito l'astensione a New York "un abbaglio di proporzioni storiche", riferisce oggi Der Spiegel. E di "cinismo storico" ha parlato un altro esponente cristianodemocratico, Christian Schwarz-Schilling, ex rappresentante speciale in Bosnia Erzegovina. Quasi più moderato il leader socialdemocratico, Frank-Walter Steinmeier, che comunque, malgrado i suoi forti dubbi sull'operazione militare, ha parlato di politica "disorientata" commentando le scelte della Merkel sulla Libia.

Articlolo scritto da: Adnkronos