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Energie Rinnovabili: ‘Il governo faccia marcia indietro’

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Arezzo – “Intervenire per correggere gli errori e le sottovalutazioni commesse, recuperare le indicazioni giunte dalla Parlamento e della Conferenza delle Regioni, non lasciare il settore delle energie rinnovabili nell’incertezza”.
Queste le richieste al Governo contenute in un’interrogazione presentata da deputati del Pd. Tra questi Donella Mattesini: “il decreto del Governo avrebbe dovuto riformare gli incentivi in modo da rendere raggiungibili gli obiettivi europei che per il nostro Paese prevedono il 17% di fonti rinnovabili sul consumo energetico finale al 2020”. Così non è stato. “Il Governo non ha accettato di aderire alla richiesta di elevare la soglia di potenza, prevista a 5 megawatt, oltre la quale si prevede l’introduzione di un sistema di aste al ribasso, considerato da quasi tutti gli operatori del settore farraginoso, poco comprensibile e che non è stata adottato con successo in alcun paese”. Il Governo ha messo mano agli incentivi previsti nelle aree agricole ma – sottolinea Donella Mattesini – non si sono fatti salvi gli investimenti già in essere e le percentuali di occupazione del terreno previste risultano poco chiare e renderebbero in pratica impossibile la realizzazione di impianti anche nelle aree agricole marginali e non più utilizzate”. Inoltre l’anticipazione al 31 maggio di quest’anno della scadenza che era stata prevista per il 31 dicembre 2013 del secondo conto energia del voltaico “getta nella totale incertezza un intero settore ed ha già bloccato tutti gli investimenti in essere”.
I danni derivanti dall’azione del Governo sono stati quantificati da operatori e associazioni di categoria: sono a rischio 40 miliardi d’investimenti e almeno 10.000 addetti saranno collocati in cassa integrazione. Sono a rischio anche gli investimenti nell’eolico e il sistema bancario ha annunciato la sospensione dei finanziamenti per l’intero settore delle rinnovabili.
Mattesini ricorda anche che sugli incentivi destinati alle rinnovabili sono state fatte cifre non corrispondenti al vero. “Nella nostra interrogazione ricordiamo che dal 1992 ad oggi sono stati destinati tra i 40 e i 50 miliardi di euro, prelevati dalle bollette degli italiani, alle fonti fossili e alla chiusura del ciclo del vecchio nucleare. A fronte di questo “regalo” ingiustificato, la cifra effettivamente sostenuta nel 2010 per incentivare le rinnovabili è stata di 2,7 miliardi di euro quando, nello stesso anno, cittadini e imprese hanno dovuto sostenere oneri ulteriori e impropri in bolletta per oltre 3 miliardi di euro. Domani a Roma – conclude Donella Mattesini – le categorie economiche e le maggiori aziende del settore proprio per approfondire meglio tutti gli aspetti e definire contenuti e percorso più efficace”.