Arezzo – L’appello dell’Arcivescovo Fontana deve essere raccolto da tutti, comprese le istituzioni locali e le categorie economiche. Siamo di fronte ad una situazione economica che non offre segni di miglioramento. La ripresa che sembra interessare non solo gli Usa ma anche i principali paesi europei, non tocca ancora il nostro Paese. Ad Arezzo continuiamo a registrare chiusure di aziende, fortissimo incremento di cassa integrazione e aumento della disoccupazione. Sono in crisi anche imprese – simbolo della nostra realtà come la UnoAerre.
La preoccupazione è che la crisi economica, dopo essere già diventata crisi occupazionale, assuma anche forti connotazioni sociali. Molte famiglie sono nel dramma perché non hanno più reddito. Molte altre sono nel “limbo” della cassa integrazione e della mobilità e guardano al loro futuro con angoscia. I giovani non hanno prospettive. Il lavoro non è una semplice fonte di reddito ma una componente essenziale della dignità della persona.
Operiamo, quindi, tutti insieme per garantire una ripresa economica che faccia leva, in modo particolare, sull’occupazione. Il Comune svolge la sua parte con le opere pubbliche e i sostegni (della cui limitatezza finanziaria sono consapevole) alle imprese e a coloro che hanno perduto il lavoro. E’ impegnato, soprattutto, nelle politiche sociali per sostenere coloro che sono già entrati o stanno entrando in una condizione di grave disagio.
Non solo condivido, quindi, l’appello di Monsignor Fontana ma sono convinto che tutti si possa e si debba operare insieme per una nuovo futuro della nostra comunità