Home Nazionale Frattini: ‘Orribile spargimento di sangue in Libia’

Frattini: ‘Orribile spargimento di sangue in Libia’

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Tripoli, 23 feb. – (Adnkronos/Aki/Ign) – Una carneficina in Libia sempre più nel caos. Se il numero dei morti riferito da un esponente arabo del Tribunale Penale Internazionale (Tpi) è impressionante, il primo bilancio ufficiale delle proteste contro il colonnello Muammar Gheddafi conta solo 300 vittime dall'inizio della rivolta. A riferirlo un portavoce del ministero dell'Interno di Tripoli, precisando che nelle violenze sono morti 189 civili e 111 soldati. Ferma condanna dall'Italia. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenuto prima ad un convegno alla comunità di Sant'Egidio, poi alla Camera parla di "violenze inaccettabili" in Libia. "Non abbiamo notizie esatte sul numero dei morti, ma la cifra di mille morti è purtroppo verosimile", spiega Frattini. Dunque, "ribadiamo la richiesta di immediata cessazione delle violenze da parte del governo libico contro i manifestanti", dell'"orribile spargimento di sangue ", condannato dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu, di fronte al quale "il mondo è sgomento". Frattini riferisce di una situazione "gravissima" nel Paese, "resa ancora più grave dai propositi che ieri sera Gheddafi ha espresso nel suo discorso televisivo in cui ha espresso la volontà di colpire il suo stesso popolo, oltre a determinare una situazione ormai di guerra civile". "Abbiamo ascoltato accuse di una retorica che pensavamo fosse ormai abbandonata, come quella di aver fornito razzi ai rivoltosi della Cirenaica. L'Italia non produce quei razzi né li ha mai venduti in quella regione. Quelle frasi sono false dalla prima all'ultima parola", dice Frattini secondo il quale davanti alla crisi libica serve "la consultazione e il coinvolgimento permanente di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione che si renderanno disponibili". Una delle conseguenze più gravi della crisi libica è che una grande massa di migranti, dalle 200mila alle 350mila persone tentino "di raggiungere per mare i porti dell'Unione europea", avverte il ministro lanciando poi un appello: "Noi chiediamo che l'Europa faccia il suo dovere. Noi vogliamo più Europa nella gestione dei flussi migratori perché i Paesi non possono essere lasciati soli". Frattini invece rassicura per quanto riguarda gli approvvigionamenti energetici: "l'Italia ha una buona diversificazione e certamente questa è una conseguenza che l'Italia può sostenere". Prima ancora Frattini aveva detto che "la Cirenaica non è più sotto il controllo del governo libico e che vi sono degli scontri nel resto del paese". Anche la Commissione europea rinnova il monito a fermare le violenze. "E' semplicemente intollerabile vedere l'esercito usare la forza contro i civili come abbiamo visto negli ultimi giorni", l'Ue deve quindi "chiedere alle autorità libiche di smettere con le violenze e la repressione", dichiara il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. La Commissione europea ha inoltre deciso di attivare un coordinamento per l'evacuazione dei circa 10 mila cittadini europei presenti il Libia (saranno coordinate attraverso il Mic, il sistema di monitoraggio per le situazioni di emergenza del meccanismo di protezione civile Ue). E ha assicurato che "qualsiasi transazione di armi è sospesa da parte di tutti i Paesi membri (dell'Ue, ndr) coinvolti". Intanto, mentre il presidente Ue Herman Van Rompuy parla di crimini "orribili" e "inaccettabili", che "non possono" quindi "restare senza conseguenze", l'alto rappresentante Ue per la politica estera e sicurezza comune Catherine Ashton ha convocato d'urgenza una riunione straordinaria oggi pomeriggio degli ambasciatori dei Paesi Ue per discutere di ulteriori azioni nei confronti della Libia ''incluse delle possibili misure restrittive'', richieste da diversi stati membri fra cui la Francia e la Germania. Tra le preoccupazioni la crisi umanitaria. "Per il momento non siamo di fronte a una crisi umanitaria, ma siamo seriamente preoccupati" che questa possa scattare prossimamente in quanto "la situazione e' molto instabile e cambia in continuazione", ha affermato il portavoce per la commissaria Ue alle crisi e assistenza umanitaria Kristalina Georgieva, sottolineando che per il momento l'Ue non ha sbloccato nessun tipo di aiuti come di solito fa in situazioni di emergenza e crisi umanitaria in quanto "non è stata avanzata alcuna richiesta " e anzi da parte della Mezzaluna rossa libica "ci è stato detto che non c'è nessun bisogno di aiuto", ha spiegato Raphael Brigandi. In moto anche il Consiglio per i diritti umani dell'Onu che ha convocato una sessione speciale venerdì per discutere della Libia che lo scorso anno è stata eletta membro dell'organismo delle Nazioni Unite. La riunione è stata richiesta da numerosi paesi, tra i quali molti europei, gli Stati Uniti, il Giappone e il Brasile. Anche tre delegazioni arabe, quella giordana, palestinese e del Qatar, si sono unite alla richiesta. "E' necessario l'avvio di un'inchiesta indipendente per crimini contro l'umanità" per quanto sta accadendo in Libia e "mi aspetto che venerdì mattina il Consiglio di sicurezza dell'Onu per i diritti umani approvi l'appello che chiede l'apertura di un'inchiesta" in materia, ha affermato l'Alto commissario Onu per i diritti dell'uomo Navi Pillay a Bruxelles. Secondo quanto riporta il settimanale americano 'Time', citando fonti vicine a Gheddafi, il leader libico avrebbe ordinato all'esercito di sabotare tutti gli oleodotti del paese. "Gheddafi – scrive la rivista – ha ordinato all'esercito di cominciare a sabotare gli oleodotti", una mossa che "secondo la fonte vuole essere un messaggio alle tribù ribelli per dire: o me o il caos". In Italia, l'Unione delle Comunità islamiche (Ucoii) si appella ai musulmani chiedendo di scendere in campo in favore della rivolta. "Noi musulmani d'Italia vogliamo fare sentire la nostra voce per chiedere l'immediata fine delle operazioni militari contro il popolo libico e chiedere che si mobiliti la comunità musulmana in manifestazioni di solidarietà e protesta".

Articlolo scritto da: Adnkronos