Arezzo – “Allegria di naufragi”: mi viene in mente il crudo pessimismo di Ungaretti nell’osservare il compiacimento con cui il Consiglio Comunale, con voto unanime, ha protervamente decretato l’ennesimo tentativo di obbligare sotto l’ala dei partiti l’ultimo patrimonio culturale della città vissuto e gestito direttamente dai cittadini, senza colori che non siano quelli della Giostra: i Quartieri del Saracino. Quartieri che, negli ultimi anni, sono stati l’unica realtà socioculturale aretina in costante crescita: le dispute per eleggere Rettori e Consigli sono state talvolta furibonde, ma l’azione nella città e nella periferia, l’estensione dell’attività dei Quartieri a gran parte dell’anno e ad ambiti non giostreschi è stata costante, perché tutto è venuto dal basso, dalla base che lavora per la Giostra. Ad Arezzo maggioranza e opposizione si sono affrettate ad “adeguare alla normativa vigente” un mondo in cui non avevano ancora messo piede, e che ora – s’illudono – potranno penetrare relegando i Rettori nel limbo di un “Priorato” (… forse di Sion!) e sovrapponendogli un Consiglio di Amministrazione di nomina partitica (2 membri del sindaco, 2 del consiglio comunale). La “normativa vigente” è solo una delle tante leggine che in questo crepuscolo il nostro parlamento sta generando per infiltrare ovunque la spartizione dei partiti. Siena è notoriamente in un’altra nazione: nessuno parla lì di “adeguamento” di un meccanismo di gestione in cui i partiti non entrano e che è viceversa in grado di concorrere alla scelta del sindaco, in funzione del Palio, delle contrade, della città. Spero che ad Arezzo la prossima Amministrazione riesca a smantellare in tempo questo colpo di mano, potenziando invece quella indipendenza e autonomia che hanno consentito alla Giostra e ai Quartieri di esser patrimonio di tutta la città e non delle fazioni di Palazzo Cavallo.

Armando Cherici (Lista Civica Noi Cittadini)

Articlolo scritto da: Armando Cherici (Lista Civica Noi Cittadini)