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Grazia Sestini su Ex area Lebole

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Arezzo – Adesso che la vicenda legata all’area Lebole ha mosso il primo passo, interviene Grazia Sestini, intendo partecipare al dibattito che la riguarda. Avrei voluto farlo prima ma l’Amministrazione ha impedito che i termini venissero conosciuti ed ora che sono noti apprendiamo che sull’area ci sono tre manifestazioni di interesse di cui una legata agli stessi proprietari che parte in netto vantaggio.
Quell’area prevede una superficie destinata a commerciale diffuso ben inferiore a quella dichiarata in un primo momento dal sindaco, segno evidente che, quel poco di dibattito che c’è stato, qualche risultato lo ha portato. Al sindaco Fanfani dico che ci dovrebbe pensare, prima di sposare progetti che non ha nemmeno letto. Inoltre, l’area prevede altresì un centro direzionale su cui nutro molti dubbi: ad Arezzo ci sono aree direzionali costruite a metà, altre abbandonate ed altre neanche iniziate. Ed allora è legittimo chiedersi: a cosa serve un’altra area a meno che non si pensi di trasferirvi uffici che oggi sono in centro? Ciò fa supporre che si voglia, di fatto, spostare la città e, quindi, accelerare la museizzazione a cui l’Amministrazione sembra condannare la città.
Non sono d’accordo, continua Sestini, quell’area deve avere destinazione diversa da quella direzionale: io punto su un produttivo avanzato.
Per compensazione è prevista poi la costruzione di un centro per attività sociale: ubicazione di un asilo nido, di un centro socio-educativo e altre attività sociali su cui “nulla quaestio”, ma l’edilizia popolare è poco compatibile con quanto detto prima.
La compensazione, prosegue Grazia Sestini, deve prendere due strade: la prima appunto le strade; non si può pensare che quell’area veda il passaggio di migliaia di persone al giorno con l’attuale viabilità. Chi ha la possibilità di mettere a reddito quell’area aiuti la città a dotarsi di un nuovo sistema viario (chiusura anello a nord e allargamento della connessione con l’autostrada ) che serva a loro e a tutti. E le case popolari, se servono, si facciano in un altro luogo e con altre risorse.
Il secondo campo di investimento, conclude Sestini, dovrà, come sostengono importanti associazioni, interessare il centro storico della città che già soffre di suo e che da questa operazione certo non trae giovamento. I residenti ed gli operatori economici hanno bisogno, e da tempo lo chiedono, accessi più facili, maggiori parcheggi e incentivi per migliorare le loro condizioni di vita.