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Grazia Sestini su regolamento urbanistico

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Arezzo – Parafrasando uno slogan caro a questa sinistra verrebbe da dire che, neanche il miglior partito del mattone, aveva osato tanto. Visto quanto accaduto, incalzano Sestini, Cantaloni e Francini, ci sorge spontaneo un legittimo dubbio: ma sarà poi tale questa maggioranza? Perché lo stesso giorno in cui si discute il Regolamento Urbanistico porta in Consiglio comunale la proposta di adozione del Piano complesso per l’area Lebole dopo averlo analizzato in CAT, in tutta fretta, martedì scorso ed averlo approvato con solo tre voti favorevoli: quelli del PD.

Roba da non credere!
I nostri consiglieri, aggiungono Sestini, Cantaloni e Francini, a quella riunione, non hanno partecipato perché reputano la questione molto seria e si riservano di esaminarla nella riunione di gruppo di venerdì (domani 18 marzo) insieme al candidato sindaco Grazia Sestini.
Ma, fatto davvero criticabile, alla riunione di martedì, non hanno partecipato neanche gli altri consiglieri, quella della maggioranza: forse perché non sono d’accordo o si vergognano. O forse non sapevano della riunione?
Ma guarda con che senso di responsabilità, continuano Sestini, Cantaloni e Francini, chi si è vantato per quattro anni di aver riportato la legalità in Comune, ha fatto quaresimali sulle varianti e si è sempre rifiutato di rispondere alle nostre interrogazioni in materia, alla vigilia delle lezioni chiede di iniziare l’iter di un provvedimento in grado di cambiare il volto di una vasta area della città. Perché non lo ha fatto prima? Temeva di non avere la maggioranza che adesso ha con il ricatto elettorale?
No signori! La giunta Fanfani non può giocare le sue partite interne sulla pelle degli imprenditori, dei professionisti e dei cittadini di Arezzo. Non stiamo discutendo del merito, su cui non siamo pregiudizialmente contrari soprattutto per rispetto di chi lavora e investe e che meriterebbe ben altri interlocutori, ma del metodo e consideriamo offensive della dignità del Consiglio le parole del presidente Bruni in commissione quando dice che il tema è noto perché oggetto di dibattito pubblico. Noi riteniamo, invece, concludono Sestini, Cantaloni e Francini, che il luogo del dibattito e delle decisioni è il Consiglio comunale ed è lì che ci esprimeremo per ridare dignità al Consiglio e alla città.