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‘I giochi della palla e del pallone nell’Italia risorgimentale’

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‘I giochi della palla e del pallone nell’Italia risorgimentale’

Monte San Savino – Il 22 luglio 1849, dopo la caduta della Repubblica Romana, le truppe di Giuseppe Garibaldi, in marcia verso Venezia, rischiarono di essere sorprese dagli austriaci a Castiglion Fiorentino mentre assistevano alla sfida di pallone tra i giocatori locali e quelli di Monte San Savino se non fossero stati avvisati al grido: 'Ché state a giocare al pallone mentre fra poco sarà giocato alle palle ?'. Ben altre palle, quelle dei fucili, avrebbero solcato l'aria di quel pomeriggio domenicale se i garibaldini non avessero rimosso in tutta fretta le loro tende.
Contrariamente a quanto verrebbe da pensare, i giocatori chianini non stavano disputando una partita di calcio – il football sarebbe arrivato in Italia solo alla fine di quel secolo – bensì di pallone col bracciale, il gioco più popolare dell’epoca. Un gioco, nato nella metà del Cinquecento, che aveva avuto, nel corso dei secoli, un escalation di consensi eccezionale, fino a raggiungere nell’Ottocento livelli di 'sportivizzazione' molto elevati, tanto da costituire un vero e proprio fenomeno di massa e da acquisire tutte le caratteristiche dello spettacolo pubblico modernamente inteso. Nell’Ottocento, oltre al pallone, ma su un piano di popolarità e di spettacolarità inferiori, si praticavano altri giochi di antica tradizione, quali la palla (attuale pallapugno), la pillotta (braccialetto) e il tamburello. Il pallone e gli altri giochi affini rivestono un non indifferente ruolo nel processo di unificazione del nostro paese. Gli sferisteri (gli stadi del pallone) furono spesso i luoghi di ritrovo di cospiratori e di ferventi patrioti. Tra i tanti giocatori, più o meno famosi, che calcarono i campi di gioco, non pochi, infatti, combatterono per l’Unità d’Italia. Alcuni, perseguitati e arrestati, pagarono pesantemente il prezzo per i loro ideali di libertà e d’indipendenza con condanne al carcere e, perfino, a morte; altri caddero sui campi di battaglia.
La Compagnia del Pallone Grosso della Misericordia di Monte San Savino vuole rendere omaggio anche a questi protagonisti dimenticati dalla storia con una due giorni intitolata 'I giochi della palla e del pallone nell'Italia risorgimentale': si parte giovedì 2 giugno alle ore 16 al campo sportivo di viale Diaz con partite di pallone col bracciale, tamburello, pillotta e pallapugno tra le squadre di Chiusi, Torrita di Siena e Monte San Savino, mentre venerdì alle 16.30 alla sala conferenze Cassero, convegno a cura del professor Leone Cungi su 'I giocatori di pallone protagonisti dell'Unità d'Italia'.

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