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Il Postino? un giorno SI, un giorno NO

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Il Postino? un giorno SI, un giorno NO

Arezzo – “Il Contratto di Programma già siglato dall’Amministratore delegato di Poste Italiane e dal Ministro dello Sviluppo Economico, attualmente in attesa di autorizzazione da parte del CIPE, contiene elementi che – secondo Slc Cgil – possono essere disastrosi per il servizio postale. Potrebbe determinare un impatto negativo su circa 10 milioni di utenti in Italia che riceveranno la posta (giornali compresi) un giorno si ed uno no, venendo di fatto trattati come cittadini di serie A o di serie B in base alle caratteristiche del territorio in cui vivono”.

Slc Cgil sottolinea che “viene così tradito lo spirito del servizio universale che prevede che l’erogazione del servizio debba essere garantita a tutti i cittadini, in qualsiasi luogo, per almeno 5 giorni a settimana. In un momento storico in cui si registra un forte depauperamento delle risorse degli enti locali sembra inoltre essere una beffa delegare, agli stessi enti, la determinazione a proprio carico della permanenza del servizio postale sul proprio territorio. Riteniamo che oltre a mettere a rischio tutto ciò che è servizio continuativo, questa gestione possa determinare oltre 4.000 nuovi esuberi a livello nazionale, che si aggiungerebbero ai 6.000 recentemente gestiti attraverso un sofferto accordo sindacale.”

Queste criticità si sommano a quanto già accaduto con la consegna dei giornali e delle raccomandate J+1, gestita attraverso processi di esternalizzazione dell’attività e con l’uso strutturale dello straordinario, modalità che poco hanno a che vedere con l’idea di razionalizzazioni e di sviluppo che l’azienda immaginava di realizzare attraverso una distribuzione dell’attività lavorativa su 5 giorni.

Slc Cgil chiede quindi a Poste Italiane “maggiore coerenza rispetto agli impegni presi a garanzia della tenuta occupazionale e del mantenimento della qualità del servizio universale e al Governo maggiore rispetto delle esigenze dei cittadini e dei servizi da garantire in un Paese civile”.

Articlolo scritto da: CGIL Arezzo